Da secoli il Veneto e’ terra di asparagi. Ai tempi della Serenissima era chiamato il piatto dei nobili. In tempi più recenti l’Unione Europea ha assegnato a questa produzione veneta addirittura ben tre riconoscimenti di qualità, ovvero le Denominazioni di Origine Protetta e le Indicazioni Geografiche Protette, eccellenze dell’agroalimentare note anche grazie ai famosi loghi di riconoscimento. Si tratta dell’Asparago Bianco di Bassano DOP, l’Asparago Bianco di Badore IGP e l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP, prelibatezze della nostra agricoltura – e delle nostre tavole – tipiche del periodo primaverile. Il tour virtuale e’ tra le DOP e le IGP regionali di VenetoAgricolturaChannel, il canale multimediale dell’Agenzia regionale, fa tappa nel bassanese, terra del famoso Asparago Bianco di Bassano DOP, una produzione di nicchia ma di altissima qualità (il focus di Veneto Agricoltura è disponibile al seguente link: https://youtu.be/fo510dmR2PY). “Purtroppo anche la stagione degli asparagi 2021, come pure quella dello scorso anno – sottolinea Paolo Brotto, presidente del Consorzio di Tutela dell’Asparago Bianco di Bassano DOP – ha dovuto fare i conti con la prolungata chiusura dei ristoranti a causa delle misure anti Covid. Fortunatamente però l’acquisto diretto da parte dei consumatori ha compensato questa limitazione per cui i nostri produttori non ne stanno risentendo per niente”. In passato, la produzione dell’asparago nel Veneto avveniva in un periodo di tempo virtualmente abbracciato da due importanti santi, ovvero dal 19 marzo, San Giuseppe, al 13 giugno, Sant’Antonio. “Oggi non è più così – ricorda il presidente Brotto – perché l’introduzione di nuovi sistemi di coltivazione (pacciamature, teli di nylon, ecc.) hanno anticipato di un paio di settimane la stagione di raccolta, che ovviamente finisce anche un po’ prima rispetto al giorno di Sant’Antonio, tanto che lo stesso disciplinare di produzione indica come date di inizio e fine raccolta quelle del 1° marzo e del 15 giugno”.
L’Asparago Bianco di Bassano DOP viene prodotto in ben 10 Comuni attorno alla città del famoso ponte palladiano (oltre a Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Romano d’Ezzelino, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta e Marostica).La superficie agricola dedicata alla produzione dei prelibati turioni è di appena 22 ettari per una produzione complessiva media annua di circa 600/700 quintali di asparagi. Nell’area di produzione, accanto ad alcune asparagiaie professionali di 2/3 ettari di estensione, ve ne sono numerose altre di piccole e piccolissime dimensioni, condotte da agricoltori anche molto anziani, a testimonianza dell’importanza storica di questa coltura nel bassanese, una passione prima ancora che una professione. “Il mercato di sbocco – conclude il presidente del Consorzio di Tutela dell’Asparago Bianco di Bassano DOP – è ovviamente il bassanese, il vicentino e le province vicine, ma ci tengo a ricordare che ogni settimana si effettuano delle consegne del nostro oro bianco anche in Giappone e nei mercati dell’est asiatico”. (ph arch.)

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