Il Polesine,definito la Camargue d’Italia per la bellezza del Parco del Delta Po, per le opere architettoniche rurali e di bonifica del territorio, per un patrimonio di biodiversità unico al mondo, potrebbe giocarsi la sua “carta vincente” e sfondare come meta ideale nel panorama dei viaggi e vacanze con proposte del tipo “soggiorni all’ombra di pannelli solari”, oppure per i più sportivi “itinerari in bici tra gli impianti”, “trekking a cavallo con salto al modulo solare”. Lo stop al settore turistico a causa dell’emergenza sanitaria che ha compromesso un settore che portava il Veneto come prima regione d’Italia per flussi e presenze, potrebbe ripartire proprio da questi presupposti! Non è certo il miglior biglietto da visita per incoraggiare la ripresa delle attività di accoglienza – cosi’in una nota di Coldiretti Veneto. La provocazione trae radici da una realtà quasi definitiva se dalla Regione del Veneto arrivasse il nulla osta a procedere al mega parco fotovoltaico a terra di Loreo. Oltre alle ferite inferte all’agricoltura e al paesaggio, questi impianti rischiano di essere il colpo di grazia al turismo di quei territori. Intere generazioni di agricoltori hanno vonyribuito alla rinascita del territorio,sfregiato da avversità atmosferiche e segnato irrimediabilmente. Quest’anno ricorre l’anniversario dei 70 anni dell’alluvione, quale modo migliore per scattare foto ricordo con uno scempio ambientale sullo sfondo? Quello che sta accadendo nel Polesine – spiega Coldiretti Veneto – è un vero e proprio “consumo di suolo” agricolo. Le installazioni in programma interessano ulteriori 200 ettari oltre ai già 500 ettari coperti da pannelli a terra, pari ad una superficie di 1500 campi di calcio. (ph Coldiretti).

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