Un molo, bricole e una piroga, sono i ritrovamenti dello scavo di Equilo-Jesolo. E’ un nuovo risultato della campagna di scavo quella che Ca’ Foscari, sotto la direzione del prof. Sauro Gelichi, sta proseguendo nella località “Le Mure” di Jesolo, grazie anche all’Amministrazione Comunale che ha investito permettendo ai ricercatori di gettare nuova luce sulla storia della città. Di questo informa Federica Ferrarin con un testo pubblicato dal magazine di Ca’Foscari. I risultati aggiungono un nuovo tassello alla ricca e complessa storia di questo territorio nel corso del Medioevo, che l’équipe di archeologia medievale del Dipartimento di Studi Umanistici aveva cominciato a svelare nel 2011, come spiegato da Ferrarin. Sta di fatto che i nuovi scavi hanno permesso di portare alla luce a ridosso del Canale di San Mauro, un antico molo di pietra, dei pali d’attracco e perfino una piroga in legno, confermando così la vocazione tipica di questo territorio lagunare.
“Il progetto archeologico su Jesolo – ha chiarito il prof Sauro Gelichi, Direttore dello scavo e del Centro Interuniversitario per la Storia e l’Archeologia dell’Alto Medioevo- che il nostro Ateneo sta portando avanti in accordo e cooperazione con l’Amministrazione Comunale e con la Soprintendenza, si sta configurando come uno dei più organici e promettenti avviati in regione negli ultimi anni. I risultati scientifici conseguiti hanno rivelato un sito del più alto interesse storico ed archeologico: il passato di Equilo, sta facendo emergere una storia ricca di implicazioni politiche, sociali, culturali, funzionale a comprendere meglio le vicende di tutta l’area lagunare veneziana e delle zone contermini. Una storia che si intreccia con quella dell’antica Altino e, poi, della vicina Cittanova e della più lontana, ma sempre presente, storia di Venezia. La ricerca archeologica ha messo in luce straordinarie ed inedite narrazioni ma anche realtà materiali di notevole consistenza e valore, come ad esempio i dimenticati resti del cosiddetto monastero di San Mauro. Così si rende sempre più necessario avviare un processo di restauro e valorizzazione (a cui si l’Università sta lavorando in accordo con l’Amministrazione e la Soprintendenza), che recuperi al meglio tutte queste testimonianze (le nuove ma anche le vecchie messe in luce negli scavi della cattedrale), per recuperarle e riproporle, opportunamente tradotte, in un percorso di conoscenza e di riappropriazione collettiva. Un percorso che dovrebbe avere diversi punti ‘forti’ (accanto ai ruderi della cattedrale, i resti del monastero di San Mauro e la Torre di Caligo) e che, assieme ad uno spazio idoneo dove esporre i reperti mobili e opportune ricostruzioni e ambientazioni digitali, sia in grado di affascinare ed istruire i cittadini ma anche le migliaia di turisti che affollano, d’estate, le spiagge di questa bellissima cittadina”. Grazie al comune di Jesolo è stato possibile nel 2019 rimuovere vegetazione e macerie, permettendo ai ricercatori di scavare e documentare il sito in tutta la sua estensione. L’area è occupata per la maggior parte dalle murature pertinenti all’edificio religioso del complesso di San Mauro. Le strutture appena riportate alla luce corrispondono in toto a quelle fotografate nel 1954 da G. Longo che per la prima volta aveva indagato questa zona. Tuttavia, l’accurata analisi stratigrafica e le nuove metodologie messe in campo dall’equipe di Ca’ Foscari hanno portato all’individuazione di almeno tre momenti costruttivi distinti, relativi al complesso di San Mauro. Appartenente all’ultima di queste fasi, databile all’XI secolo è stata rinvenuta una splendida vera da pozzo alla veneziana, perfettamente conservata, all’interno del chiostro (foto). L’ipotesi più verosimile è che inizialmente l’area fosse occupata da una chiesa con funzione di pieve, attorno alla quale si è progressivamente ampliata un’area cimiteriale usata dagli abitanti di Equilo. In una fase successiva, il complesso si è ampliato e trasformato, dotandosi oltre che della chiesa, anche da un poderoso campanile e da ambienti monastici. ₩)Di importanza straordinaria il ritrovamento, a sud-ovest del sito, a ridosso del Canale di San Mauro, le cui tracce sono ancora ben evidenti dalle foto aeree, di un molo in pietra, affiancato da pali d’attracco in legno (bricole) e da una piroga scavata in un unico tronco di quercia (monossile). E” questa una scoperta eccezionale, al momento solo parzialmente indagata, è un unicum tra i rinvenimenti di scavo dell’archeologia italiana, e merita di essere indagata esaustivamente nel prossimo futuro.
Il lavoro degli archeologi dell’ateneo consentirà di gettare nuova luce sulle complesse e insospettabili dinamiche ambientali e di insediamento che hanno coinvolto questo luogo dall’età tardoantica alla fine del medioevo. Dopo il rinvenimento della mansio tardo antica, nel 2018 gli archeologi si erano concentrati nell’area di San Mauro, a nord della località “Le Mure”, scavata per la prima volta nel 1954 da G. Longo, assistente della Soprintendenza archeologica di Padova che vi aveva identificato i resti del monastero di San Mauro, citato nelle fonti medievali. I primi lavori di scavo avevano portato al ritrovamento di una piccola chiesa triabsidata, dotata di arredi architettonici tipicamente altomedievali, affiancata da altre strutture murarie più recenti, forse collegate al monastero. Ma in seguito le rovine erano state lasciate in stato di abbandono. La campagna di scavo 2018, ha ridato nuova vita a questo sito proseguendo l’indagine dell’intera area di San Mauro per comprendere lo sviluppo dell’abitato di Equilo a nord dell’isola tardoantica (già indagata tra 2013-2016), riportando alla luce le eventuali strutture del complesso religioso, almeno quelle che potevano essersi conservate sotto il peso delle macerie e valutandone lo stato di conservazione.
L’indagine del 2018, svolta sempre in collaborazione con il Comune di Jesolo e con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, ha riportato alla luce l’abside laterale della chiesa confermando, da una parte, i risultati dello scavo svoltosi nel 1954 e raccogliendo, dall’altra, numerosi dati del tutto inediti. È stato possibile individuare e indagare depositi mai scavati in precedenza.In questo contesto di scavi e’srato sebnalato il rinvenimento di 15 sepolture di adulti e bambini, appartenenti al cimitero annesso alla chiesa, per ora indagato solo parzialmente. Eccezionale è stata la messa in luce delle fondazioni del campanile di cui si era persa memoria. (Ph ca’Foscari).

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