Otto maschere sono state scelte da Volagratis.com per raccontare il Carnevale italiano. Per ogni citta’ dove hanno luogo eventi e sfilate sono state indicate delle proposte alberghiere. Ecco le maschere piu’conosciute: Colombina – Venezia. Tra le maschere che sfilano tra tra S.Marco e Rialto non passa inosservata Colombina, compagna di Arlecchino, popolari maschere della commedia dell’arte esaltara da Carlo Goldoni. Colombina e’sempre pronta a prodigarsi per la sua padrona Rosaura, questa servetta è al centro di intrighi amorosi e familiari, da cui il più delle volte fatica a tirarsi fuori. La maschera è anche protagonista di uno degli eventi più attesi del Carnevale veneziano: il “volo della Colombina” (o “volo dell’angelo”), durante il quale una ragazza scende con una fune dal Campanile di San Marco verso Palazzo Ducale. Brighella – Bergamo (Lombardia)
Brighella è uno dei personaggi della Commedia dell’Arte italiana, un domestico fedele, ma al tempo stesso astuto, opportunista e attaccabrighe, proprio come suggerisce il nome. Conterraneo del celebre Arlecchino, con il quale condivide molte caratteristiche, è anche musicista, cantante e ballerino: una maschera che riassume perfettamente il divertissement del territorio lombardo. Balanzone – Bologna (Emilia Romagna). Meglio conosciuta con il nome di dottor Balanzone, questa maschera ispira simpatia, grande curiosità e un pizzico di superbia. Il dutåur, come viene chiamato in bolognese, a volte veste i panni di un giurista, altre quelli di un medico, esprimendosi ora con citazioni in lingua latina, ora con espressioni popolari. Una figura che rappresenta al meglio lo spirito culturale di una Bologna dinamica e giovane. Burlamacco – Viareggio (Toscana). A Viareggio, patria del carnevale toscano, non c’è sfilata dei carri che si rispetti senza la presenza di Burlamacco, maschera omaggiata e onorata dall’intera città. Tradizione vuole che tutte le maschere più conosciute – tra cui Pulcinella, Arlecchino e Capitan Spaventa – una notte comparvero in sogno a un disegnatore del posto donando ciascuna un elemento del proprio costume. È così che nacque Burlamacco, rappresentato come un pagliaccio vestito con un abito a scacchi bianchi e rossi, un copricapo rosso e un mantello nero. Meo Patacca – Roma (Lazio). Originario di uno dei quartieri storici più caratteristici di Roma, Trastevere, Meo Patacca è amante dei piaceri della vita, della buona tavola e del buon bere. Raffigurato spesso con un fiasco di vino e con un abito a strisce rosse e verdi, è la maschera della Capitale per eccellenza. In lei si ritrovano le caratteristiche della romanità più verace: buon cuore, schiettezza e simpatia. Coviello – Napoli (Campania). Addentrarsi tra le storiche ed intricate vie di Napoli avvolti dalle note del mandolino di Coviello (trasformazione di Iacoviello, Giacomino) è un’esperienza surreale. Del resto, si tratta di una maschera popolare che rappresenta la vita autentica campana: il suo aspetto varia a seconda dell’interpretazione che muta da oste a servo, da padre di famiglia a menestrello. Una figura eclettica, allegra, creativa che rappresenta al meglio l’atmosfera partenopea. Beppe Nappa – Sciacca (Sicilia). In provincia di Agrigento, la ricca Sciacca, città marinara, turistica e termale, offre i natali a Beppe Nappa, maschera amante del buon cibo e con una certa tendenza alla pigrizia e alla scrocconeria. Si tratta di una delle maschere più antiche della Commedia dell’Arte e la sua nascita risale all’incirca alla seconda metà del XVI secolo. Ospite fisso al famoso carnevale di Sciacca, il suo nome risale al termine del dialetto siciliano “nappa” che vuol dire “toppa”, con un chiaro riferimento agli abiti laceri e rattoppati della classe povera di un tempo. Farinella – Putignano (Puglia).
Maschera pugliese per eccellenza, Farinella è presenza immancabile del Carnevale di Putignano (Bari), dove si presenta con i vestiti tipici della tradizione locale. Il suo nome è ispirato alla farina di ceci e di orzo che veniva preparata dalla gente del luogo e oggi viene rappresentato con un abito multicolore – rosso e blu – e un cappello simile a quello di un giullare con tre punte: allegoria dei tre colli sui quali sorge la conosciuta Putignano.
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