La cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti arrivato dall’Asia, ha devastato i campi e i frutteti di 48 mila aziende in Italia, 7685 quelle venete, con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale e 160 milioni in Veneto. E’ quanto emerge dal Dossier presentato dalla Coldiretti in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona con la storica mobilitazione degli agricoltori contro l’invasione di insetti alieni portati in Italia dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione Europea di fronte ai cambiamenti climatici. La cimice asiatica, che rovina tutto quello che trova nelle zone dove si riproduce, ha colpito – spiega la Coldiretti – pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi. Questo insetto alieno favorito dai cambiamenti climatici rappresenta ormai una vera emergenza per il nostro sistema produttivo è capace di colpire oltre 300 specie coltivate e spontanee e la sua diffusione interessa tutto il territorio nazionale, con danni particolarmente rilevanti nelle aree del Nord Italia. In Veneto i danni nel 2019 hanno raggiunto gli oltre 160 milioni di euro, oltre 180 milioni in Piemonte, 32 in Lombardia, 270 in Emilia Romagna, 40 milioni in Friuli e 40 in Trentino Alto Adige fino ai 16 milioni della Liguria.
In Veneto le colture maggiormente colpite sono pere colpite al 80% (oltre 35 milioni di euro), mele con danni per il 50% (59 milioni di euro), pesche e nettarine danneggiate al 60% (oltre 20 milioni di euro), noce danneggiata per il 50% (7 milioni di euro), kiwi colpiti al 40% (oltre 23 milioni di euro) e altri frutti danneggiati al 30% (oltre 17 milioni di euro). La provincia più colpita è Verona in cui c’è il numero maggiore di imprese frutticole (4849) e il maggior numero di ettari coltivati a colture frutticole (13.122), specie a pesche e nettarine, mele, kiwi, pere e altri frutti. Seguono Rovigo (2125 ettari coltivati a frutta) e 257 aziende frutticole, Padova (1328 ha) e 663 aziende, Venezia (1261 ha) e 293 aziende, Treviso (1203 ha) e 861 aziende, Vicenza (556 ha) e 536 aziende, Belluno (93 ha) e 205 aziende. Fonte: Regione Veneto e stime Coldiretti Veneto su dati ISTAT e Regione Veneto. La lotta alla cimice asiatica è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi praticamente con tutto, si muove molto per invadere sempre nuovi territori da saccheggiare ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari. Una minaccia drammatica per il Paese, in un anno segnato da un inverno particolarmente caldo che ne favorisce la sopravvivenza, che va contrastata con un piano di intervento nazionale che – evidenzia la Coldiretti – preveda aiuti straordinari alle imprese, azioni di contenimento dell’insetto anche con un programma coordinato di trattamenti fitosanitari e sperimentazioni su insetti antagonisti oltre a misure per la difesa del settore ortofrutticolo Made in Italy con un sistema straordinario di verifica sulle importazioni. A livello nazionale – sottolinea la Coldiretti – si attende infatti urgentemente il via libera del Ministero dell’Ambiente che, sentiti il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della Salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai nemica naturale della cimice ma ci vorranno anni prima che la lotta sia efficace. “E’ necessario pertanto colmare questo arco di tempo con sostegni adeguati per consentire alle aziende agricole di sopravvivere all’assedio del pericoloso insetto” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “considerata la gravità della situazione è indispensabile aprire il confronto anche con le istituzioni europee coinvolgendo l’UE sia per quanto riguarda gli aiuti alle imprese danneggiate che i controlli alle frontiere comunitarie, necessari per contrastare l’arrivo di altri insetti dannosi e l’import di frutta e ortaggi trattati con antiparassitari vietati in Italia”. A livello nazionale nonostante gli importanti sforzi fatti per integrare il fondo di solidarietà nazionale con 80 milioni di euro della legge di bilancio 2020 è necessario adeguare le risorse ai danni che si sono verificati con un piano pluriannuale per sostenere le imprese agricole nella lotta al flagello arrivato dall’Asia, sottolinea la Coldiretti che chiede di rendere sistematico l’intervento del fondo e un Commissario unico che coordini gli interventi a livello regionale e nazionale con un tavolo di regia tra i ministeri di Agricoltura, Sanità, Ambiente, Rapporti UE e le Regioni maggiormente coinvolte.(ph pres.Coldiretti Prandini).

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