I falo’epifanici accesi nella serata della vigilia del 6 gennnaio in Veneto, Friuli occidentale ed in una parte dell’Emilia, (almeno mille), hanno illuminato – sua pure per breve tempo – le tante localita’ di campagne e paesi nel rispetto di una antica tradizione contadina ma che ha richiamato numerosi gruppi di persone e famiglie con bambini che hanno voluto partecipare alla festa, fruendo anche di cibi locali come pinza e vin brule’ (a causa delle rigide temperature). I falo’sono conosciuti con il nome di Panevin, Panivere, Casere, Pignaruil, oppure come a Modena e Bologna “Brusa la vecia”₩ o a Parma “Fasana”. I “falò di iniziò anno” erano acccesi già dalle popolazioni celtiche per festeggiare i solstizi, chiamati Nodfyr. Dalle fiamme dei roghi (intesi come il demonio che brucia) si traggono invece previsioni sul prossimo raccolto. Se positivo o negativo il responso lo si deve al vento che spinge, secondo la sua forza, il fuoco e fumo a destra o sinistra. Su questo ci sono persone anziane del luogo che sanno predire il futuro dei nuovi raccolti e sul tempo. La tradizione popolare del Panevin maggiormente partecipata e’, come da tempo, l’Alta Marca Trevigiana, in particare la Pedemontana, dove ha registrato un’importanza che va al di là del rito di celebrazione dell’Epifania e sono molto seguiti dalle comunità dei comuni che ne curano la preparazione e l’organizzazione. Per taluni falo’- come ad esempio ad Arcade – anche diversi volontari hanno lavorato giorni per alzare la grande catasta di legni vecchi, ramaglie, tronchi d’albero non piu’utilizzabili e scarti di vario genere da ardere. Ma la voglia di fare fatica per una celebrazione collettiva non sembra aver perso gli entusiasmi col passare del tempo. Per gli ambientalisti, ma non solo, i Panevin inquinano e dovrebbero essere messi al bando. Al momento attuale ha vinto ancora la tradizione perche’ si continua a sostenere (a ragione) che le fonti inquinanti per l’atmosfera sono ben altre: quelle causate dagli scarichi industriali, dalle auto, dai voli aerei, dalle numerose caldaie (molte non a norma) dei condomini, autobus pubblici, navi, solo per citare qualche esempio, ma l’elenco e’piu’lungo! (foto arch.).

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