Daniele Mont D’Arpizio sul Bo live,il giornale web dell’ateneo di Padova,ha dedicato uno scritto al Mose e al problema delle grandi opere. Ha ricordato che il sistema idraulico eseguito alla bocca di porto di Malamocco, a tre settimane dalla grande acqua alta del 12 novembre, ha dato risposte positive. Intanto però, bene che vada, l’opera non sarà pronta prima del 2021, quando saranno passati ben 18 anni dall’inaugurazione dei lavori. Anni funestanti da proteste, ripetuti stop e inchieste giudiziarie. Un copione già visto in molte altre opere pubbliche. Inefficienza e corruzione sono un destino per tutti i grandi cantieri italiani? L’autore ha intervistato Maria Stella Righettini, docente presso l’università di Padova ed esperta di valutazione delle politiche pubbliche. “Il Mose è un’opera di una complessità e di una difficoltà di esecuzione molto elevate, per cui era oggettivamente difficile prevedere i tempi di esecuzione – ha spiegato Righettini –. Detto questo il problema principale è se dopo tutto questo tempo l’opera sarà ancora adeguata. In particolare al cambiamento climatico, di cui a livello scientifico si parla da diversi decenni, in Italia perlomeno dall’alluvione del 1966”. Il testo delle dichiarazioni della Righettini e’consultabile sul Bo live. Sorprendente e’ invece un servizio tv de Le Iene in cui il portavoce del Consorzio ha detto che i lavori non sono finiti al 93%. Un ampio servizio e’stato pubblicato dal Gazzettino e altri media. (foto Bo live/UniPd).

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