I dati dello scrutinio del Referendum regionale consultivo del 1 dicembre sul progetto di legge n° 8 di iniziativa popolare relativo a: “suddivisione del Comune di Venezia, nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre” sono stati resi noti dall’ufficio elettorale del Comune. Hanno votato sì 29.477 votanti, pari al 66,11%; hanno votato no 15.109 votanti pari al 33,89%; schede bianche 135, schede nulle 166; schede contestate 1. No dunque alla divisione per mancanza del quorum ed e’avvenuto anche nel quinto tentativo di separare Venezia e Mestre dopo i referendum del 1979, 1989, 1994 e 2003. Alla chiusura delle urne l’obiettivo del quorum non è stato raggiunto col 21,73% dei votanti, 44.887 su 206.553. Hs vinto il sì col 65%, ma non e’bastato. A disertare il voto – secondo una attenta valutazione dei risultati – sono stati soprattutto gli abitanti della terraferma. La chiamata referenfaria è arrivata – si dice – in un momento “emotivamente” difficile per la città lagunare, messa in forte crisi dagli ingenti danni causati dalle acque alte eccezionali che si sono susseguite nei giorni scorsi; senza trascurare che una larga parte di chi lavora a Venezia, e che del richiamo turistico della città trae beneficio economico e occupazione, risiede proprio a Mestre e nella cintura industriale e conyinia a non avere alcun interesse a vedere le due realtà divise. Nel centro storico i “no” sono stati poco più di 2500, 900 nelle isole, gli altri 19 mila hanno votato per una Venezia autonoma. Il municipio più unionista è stato Marghera. (foto arch.); (fonte Venezia live e Unionline).

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