Francesca Boccaletto riferisce su Bo live, il giornale web dell’ateneo di Padova di una mostra a Bassano sulla riduzione dei ghiacciai. Ad es. c’e’
quello di Planpincieux, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, che accelera lo slittamento per cui l’attenzione resta altissima. Recentemente, il rapporto Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) ha sottolineato l’urgenza di adottare politiche immediate ed efficaci per contrastare il cambiamento climatico, puntando l’attenzione sulla drastica e inesorabile riduzione di ghiacciai, copertura nevosa e permafrost e prevedendo la perdita di oltre l’80% della massa attuale dei piccoli ghiacciai di Europa, Africa dell’Est, Ande tropicali e Indonesia da qui al 2100. Ora, se i dati non dovessero colpirvi forse lo faranno le immagini di Sulle tracce dei ghiacciai, progetto fotografico-scientifico diretto da Fabiano Ventura (foto uniPd), fotografo paesaggista specializzato in tematiche ambientali, in mostra alla Galleria civica di Bassano del Grappa fino al 17 febbraio, che si inserisce perfettamente in questo quadro di emergenza fornendo ulteriori strumenti per l’approfondimento e la comprensione.
L’esposizione ripercorre cinque spedizioni, già concluse – guidate da Ventura e compiute insieme a un team di fotografi, film-maker e ricercatori del comitato scientifico internazionale coordinato dal professor Claudio Smiraglia, esperto glaciologo dell’università Statale di Milano – e si chiude con il racconto della sesta sulle Alpi suddivisa in due fasi: documentando la prima fase, compiuta nell’estate 2019 su Monte Bianco, Monte Rosa e Bernina, e annunciando la seconda del 2020. In dieci anni di spedizioni in tutto il mondo sono state effettuate misurazioni glaciologiche e sono stati realizzati precisi confronti tra immagini storiche e scatti contemporanei: le fotografie, esposte in coppia, sono perfettamente sovrapponibili e permettono all’osservatore di viaggiare nel tempo, in alcuni casi compiendo vertiginosi salti di oltre cent’anni. Attraverso il confronto diretto tra immagini realizzate dai fotografi esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900 e foto scattate ai nostri giorni, dallo stesso punto d’osservazione e nel medesimo periodo dell’anno, l’allestimento offre un prima e un dopo, facendo emergere un senso di urgenza per la salvaguardia dei ghiacciai, indicatori della salute del pianeta. Il testo completo e’su Bo live.

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