Nel primo trimestre 2015, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura condotta su un campione di 1.269 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato un aumento del +1,7% (-1,2% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2014. La variazione del fatturato delle imprese del commercio torna con segno positivo dopo aver registrato negli ultimi due anni una performance media negativa del -1% nel 2014 e del -2,2% nel 2013. I dati sul commercio in Veneto sono stati illustrati da Confcommercio Veneto e Unioncamere del Veneto, i cui presidenti Massimo Zanon e Fernando Zilio hanno contestualmente firmato una convenzione triennale per la realizzazione di un Osservatorio congiunturale sul commercio al dettaglio nel Veneto (2015-2017). «Non farsi prendere dai facili entusiasmi. Come avviene dopo un crollo in Borsa, quando a perdite consistenti che mandano al tappeto soprattutto i piccoli risparmiatori fanno seguito recuperi (i cosiddetti “rimbalzi tecnici”) a tutto vantaggio della grande finanza, così anche nel comparto del commercio ad una crisi drammatica ora fanno seguito recuperi ancora limitati dei quali comunque beneficiano soprattutto le grandi strutture. A scapito delle piccole imprese che, infatti, raccolgono solo parzialmente i frutti della ripresina sia perché le dinamiche dei prezzi le sfavoriscono sia perché la crisi le ha espulse dal mercato e, con esse, ha espulso anche i loro dipendenti». Si dimostra cauto Fernando Zilio, presidente di Unioncamere Veneto. «I prossimi trimestri daranno sicuramente risposte più attendibili. Anche se la crescita maggiore del food rispetto al non food temo purtroppo significhi semplicemente che si è stretta un po’ meno la cinghia e che i consumi restano ancora consumi di sussistenza più che di sviluppo». «Anche se i dati non sono esaltanti, c’è da dire che il segno meno è scomparso ormai quasi ovunque – commenta Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto –. Dopo sette anni di una crisi difficile, a volte anche drammatica, oggi registriamo dei segnali, seppur timidi, positivi. Rimane il nodo della domanda interna, che va rilanciata attraverso interventi che puntino a ridurre la pressione fiscale sia per i cittadini che per le imprese». La dinamica positiva dei consumi è ascrivibile a tutte le categorie del commercio, in particolare quella relativa ai supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+3%), seguita dagli esercizi commerciali al dettaglio alimentare e non alimentare (rispettivamente +1% e +0,4%). Sotto il profilo dimensionale, le vendite hanno mostrato performance migliori negli esercizi di medie e grandi superfici (+2,5%), per quelli di piccola dimensione la variazione è stabile (+0,1%). Migliora il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi tre mesi. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione del volume d’affari è di +4,8 punti percentuali (contro il -26,3 p.p. del trimestre precedente) mentre per gli ordini è di -4,9 p.p. (-26,2 p.p. del trimestre precedente). In miglioramento il saldo per l’occupazione che si attesta a -3,4 p.p. contro il -6,3 p.p. del trimestre precedente. Per i prezzi di vendita si attende un rialzo del +3,1 p.p. rispetto al -1,7 p.p. del trimestre precedente.