In una serie di volantini affissi nell’area marciana, in tempi diversi ma recenti, una “mano anonima” ipotizza un’aria di veleni nella Curia e indica il Patriarcato di aver protetto cinque sacerdoti che sarebbero coinvolti in manovre dubbie sulla loro gestione pastorale, e comportamentale. Su questo indagano i carabinieri di Venezia e la Procura (anche con la visione delle immagini delle telecamere per individuare colui, o coloro, che hanno affisso i fogli (in particolare nelle zone di San Zulian e S. Salvador).Le indagini a seguito di un esposto presentato dalla stessa diocesi. E in questo contesto il Patriarca mons. Francesco Moraglia (foto di GV) ha inviato una lettera in relazione a questi fatti, il cui testo è stato pubblicato su “Gente Veneta” (GV), il settimanale diocesano in cui, in sostanza, il presule ha sostenuto che nella Diocesi di Venezia tutti abbiamo uno stile di vita irrepresibile in modo che la Diocesi non possa essere attaccata. Questo il testo: “”Carissimi confratelli nel sacerdozio, diaconi, consacrati, consacrate e fedeli laici della Chiesa che è in Venezia, in questo momento di grande sofferenza e prova, desidero ringraziarvi di cuore per la vicinanza che avete dimostrato in questi giorni in cui alcuni nostri confratelli sono stati offesi nel loro onore, di preti e di uomini, in modo vile e profondamente disonesto. Sono vicino con affetto anche ai familiari, ai genitori, ai fratelli, alle sorelle, agli amici e alle comunità di quanti sono stati così feriti e che ora soffrono, anche avvertendo tutta l’impotenza di non poter manifestare pienamente il loro dolore. Carissimi, io prego continuamente per coloro che hanno ispirato, scritto e affisso i volantini diffamatori, celandosi dietro un imbarazzante anonimato. Tali offese hanno fatto soffrire e ferito profondamente la nostra Chiesa che è in Venezia e tutti coloro che veramente la amano, servendola ogni giorno, come voi sacerdoti fate insieme ai diaconi, a tanti laici e laiche, consacrati e consacrate che, con generosità, si spendono per il Vangelo. Tale ferita, ancora sanguinante, dobbiamo viverla come discepoli di Gesù, con i suoi sentimenti e soprattutto con fede e con il desiderio di perdonare. Chi veramente ama la Chiesa non compie gesti come quelli di cui siamo stati spettatori attoniti in questi giorni. Tutto ciò che di non vero e di gravemente offensivo è stato detto per diffamare il Patriarca e alcuni sacerdoti, grazie alla Misericordia di Dio a cui sempre ci richiama Papa Francesco, diventi ora un momento di crescita per la nostra bella e amata Chiesa di Venezia che, con le nostre povertà e ferite, ogni giorno e insieme, ci sforziamo di servire e amare. La Madonna della Salute – così cara a noi veneziani – vegli come Madre comune sugli offesi e sugli offensori e tutti, insieme, ci conduca a Gesù”. La lettera del Patriaca così conclude: “con l’affetto di un padre che vi ama, abbraccio tutti, uno ad uno. Tutti, nessuno escluso”.