Ogni tanto ricercatori, e pure uomini di cultura, e periodici vanno in cerca di sensazionalismi, trattano di Cristoforo Colombo che non sarebbe genovese, ma spagnolo, e che il veneziano Marco Polo avrebbe avuto i natali nell’isola di Curzola (gruppo delle Incoronate), nella Dalmazia croata. A sostegno di queste “false tesi” si sono sprecati testi di giornali, rubriche tv e radiofoniche, e versioni filmate con la finalità, mediata da una gestione dei cosidetti beneinformati, di far cassetta, di innescare controversie, creare diatribe, confusione e gettare discredito nella storia. Ad esempio, per Colombo, sulla popolare enciclopedia wikipedia, nella versione spagnola online, è scritto che le origini del gran navigatore sono incerte e si sostiene che potrebbe essere italiano, portoghese o spagnolo e viene indicato che potrebbe esser nato, con forti dubbi, a Genova nel 1451 e morto a Vallodolid nel 1506. Nell’edizione portoghese viene chiamato Cristovao Colombo. Sempre per dar voce alle bufale, è stato indicato in un servizio giornalistico in cui si segnala che nella biblioteca di Cadice sono custoditi libri su Cristoforo Colombo e del ‘mistero del navigatore’ anche perchè non scriveva mai in italiano, neanche nelle lettere da lui vergate. Un altro libro sostiene che fosse originario delle Baleari, dove sorgeva una chiesa intitolata a San Lorenzo dei Genovesi, da cui l’appellativo. Stando alla sponda spagnola il “mistero” pare reggersi sulla scarsità di prove che fosse genovese, ma per le conferme ci vuole un lumicino; ad esempio, sempre nella biblioteca di Cadice, c’è un settore riservato all’infanzia: e al riguardo della scoperta dell’America dell’Hystoria Universal (edizione Everest) è indicato che Cristóbal Colón “era un navigatore di origine sconosciuta”. Per quel che riguarda l’origine di Marco Polo – sempre curiosando tra le bufale, passate e recenti – si dà voce ad un abate dell’isola di Lesina che ha sostenuto che il cognome Polo è dalmata, come i Pilic. E c’è di peggio: l’allora presidente della Croazia Franjo Tudman, durante una sua presenza in Cina, nel 1993, ha sostenuto di aver compiuto quel vaggio sulle orme del compatriota Marko Polo. Stesso “vanto” lo ha sbandierato a Yangzhou, sempre in Cina, l’ex presidente croato Stjepan Mesic il quale ebbe, stando alle cronache del 2011, e citate in un ampio servizio sul Gazzettino firmato dal giornalista e scrittore Alessandro Marzo Magno, ad affermare che il dalmata è stato “il primo turista nel mondo”. Sempre nella propaganda croata risulta che l’ente turismo ha pubblicato 15 mila pieghevoli destinati al mercato estero, dal titolo: “Croatia. Home-land of Marko Polo”. Sulla venezianità di Marco Polo ha speso ampi scritti, avvalorati da documentazioni, lo scrittore e biografo veneziano Alvise Zorzi il quale ha indicato che Marco, il mitico esploratore autore de “Il Milione”, è stato fatto prigioniero dai genovesi nelle acque di Laiazzo (golfo di Alessandretta). Per chiudere su tutte queste false origini di Colombo alla Spagna e di Polo alla Dalmazia croata resta l’invito – a chi legge – di cestinare o dimenticare, con fermezza, queste “prove non provate”. (foto-combo: Colombo e Polo, arch.)

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