Presentazione di un “Modello Venezia” che individua soluzioni contro lo spopolamento e per riportare le famiglie in città da parte del Cerv (Consorzio cooperative edilizie, che ha sede a Padova) che ha organizzato un incontro-dibattito il 25 gennaio (h 10 – 13.30) nella sala del Portego di Palazzo Franchetti (vicinanze dell’Accademia), a Venezia. Il “modello Venezia” tiene conto delle specifiche esigenze per la residenzialità che il Capoluogo veneto richiede, come l’accessibilità della casa attraverso prezzi e canoni più agevolati degli immobili, con servizi correlati funzionali a consentire lo svolgimento delle attività quotidiane e con una qualità edilizia in linea con le esigenze di riduzione dei consumi energetici e di maggiore comfort abitativo. L’analisi dei flussi demografici e del mercato immobiliare evidenzia che la città storica di Venezia è ancora oggi potenzialmente una città attrattiva, se si costruiscono proposte e progetti in grado di facilitare l’insediamento di giovani coppie e di nuove famiglie. In occasione del suo 40ennale, il Cerv si interroga (e coinvolge tutti gli attori interessati al problema) sulle soluzioni possibili, presentando – in occasione del convegno del 25/1 – un vero “Modello Venezia”: come detto in occasione di una presentazione dell’iniziativa, esso è basato sull’esperienza del mondo della Cooperazione edilizia in contesti ugualmente difficili e supportato da uno studio approfondito sulla città storica realizzato dalla società di ricerche Smart Land e integrato da analisi e riflessioni dell’Università IUAV. Il convegno diventa allora l’occasione per proporre un modello di intervento per case accessibili, con prezzi e canoni più agevolati rispetto al mercato, unendo allo stesso tempo la riduzione dei consumi energetici e il comfort abitativo, discutendone con le principali categorie e portatori di interesse e con l’Amministrazione comunale. Questi i relatori del convegno: arch.Ugo Campagnaro (presidente Cerv); dott.Fiorella Angeli, coordinatriuce della ricerca Smart Land; dott.Federico Della Puppa, resp. Econommia-Territorio Smat Land; prof.Laura Fregolent, ordinario di tecnia e pianificazione ureganistica all’Università Iua di Venezia. Il talk show è coordinato da Paola Pierotti del Sole 24 ore. Tra i partecipanti: Ugo Cavallin, presidente Ance Venezia;Massimiliano Martin, ass,comunale all’urbanistica di Venezia; Anna Buzzacchi, presidente Ordine architetti di Venezia e Alessandro Maggioni, pres. Concooperative Habitat. Si tratta di una sfida importante, cruciale per il futuro del Capoluogo veneto: investire nella città storica di Venezia per ricavare soluzioni abitative a misura delle esigenze e delle possibilità economiche delle giovani famiglie, dando così un importante contributo per invertire le tendenze in atto che vedono tale ambito spopolarsi di residenti e popolarsi di turisti mordi e fuggi. “Vorremmo realizzare un progetto concreto, iniziando da un gruppo di nuovi alloggi da destinare ai veneziani – ha sostenuto Pianegonda – in una delle aree disponibili che il nostro studio sta mappando e che presenteremo il 25 gennaio. Il nostro non è che un punto di partenza. E’ una sfida e risponde alla mission che da sempre caratterizza le cooperative aderenti: realizzare case confortevoli, personalizzate ed economicamente sostenibili sviluppate a partire da valori della qualità architettonica, dell’efficienza energetica, della responsabilità e della reciprocità. Una sfida che risulta questa volta più difficile per il contesto nel quale intende svilupparsi”. In una nota del Cerv è detto, tra l’altro, che contesto abitativo della città storica di Venezia sta diventando sempre più funzionale al turista e sempre meno adatto al cittadino veneziano, come dimostrano i numeri: ad oggi il 16% del patrimonio abitativo nella città storica è in mano al mercato turistico privato. Oltre seimila alloggi sono a disposizione su Airbnb: di questi l’82% consistono in intere abitazioni. Il fenomeno ha rilevato un incremento esponenziale negli anni tanto da registrare un aumento di oltre il 50% in un solo anno. Si tratta di alloggi sottratti alla residenza a favore del turismo economicamente più vantaggioso per i proprietari degli immobili, ma non solo. “Questo fenomeno – ha sostenuto Federico Della Puppa – si è ulteriormente aggravato con la perdita nella città storica degli elementi funzionali alla vita quotidiana. Negozi di souvenir e altre attività economiche funzionali al turismo di massa hanno sostituito servizi e attività di commercio di vicinato. I residenti si sono trovati sempre più marginalizzati e costretti, de facto, a reindirizzare le loro scelte di vita verso la terraferma”. I dati sui movimenti interni all’ambito storico rilevano chiaramente questa tendenza con oltre 4.000 residenti trasferiti negli ultimi dieci anni dalla città storica in altre parti del comune veneziano. Sempre nell’ultimo decennio i nuclei familiari sono diminuiti del 9%, sono aumentati i nuclei unipersonali (ad oggi sono ben il 52% del totale) e si è innalzata l’età media. “Un dato particolarmente allarmante – ha spiegato Della Puppa – è la riduzione degli abitanti tra i 25 e i 40 anni: chi in teoria dovrebbe rappresentare le nuove famiglie veneziane è invece calato negli ultimi dieci anni di 3.400 unità. Sono tutti indicatori che rilevano l’allarmante declino che la città storica sta registrano in termini di residenzialità attiva”. Ai dati riferiti allo status abitativo di Venezia, il Cerv ha deciso di impegnarsi confidando nella collaborazione con l’Amministrazione pubblica, per invertire questa ferale tendenza e creare occasioni per riportare i veneziani e le giovani famiglie nella città storica di Venezia. Il “modello” si basa anche sui successi che le “cooperative edilizie” hanno ottenuto nella città di Zurigo, ma anche – proprio con il Cerv – a Cortina d’Ampezzo, dove in collaborazione con l’amministrazione pubblica alcune Cooperative del Consorzio hanno potuto realizzare abitazioni per cittadini ampezzani, permettendo loro di restare o di ritornare nel loro Comune di origine a un costo ragionevole, ben quattro o cinque volte inferiore ai prezzi del mercato libero.
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