“Se i cittadini e le imprese trentine pagano meno tasse credo che si debba per prima cosa essere contenti” . È la posizione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti in relazione a critiche e perplessità nate a seguito dell’approvazione della manovra finanziaria nazionale che porterebbe alla riduzione di tasse con conseguente calo di entrate nelle casse provinciali. A questo proposito Fugatti fa presente che la stessa stima di minori entrate – si parla di una settantina di milioni – va presa con cautela. “Minori tasse – sottolinea- significa anche maggiore capacità di spesa per i cittadini e stimolo per le aziende che vogliono investire. Quindi il meccanismo alla fine porta con sé spinte positive in termini di investimenti, consumi e conseguenti tasse pagate, e non solo negative come alcune letture vogliono far apparire”. “Non rinunceremo comunque – aggiunge il presidente – a trattare con il Governo per far riconoscere quella clausola di garanzia finanziaria su cui abbiamo fin da subito lavorato al fine di far riconoscere gli importanti sforzi profusi da Trentino e Alto Adige per il risanamento dei conti dello Stato. Ma, al netto di questo, crediamo che una proposta che fa pagare meno tasse anche ai nostri cittadini sia anzitutto una buona notizia. Quindi chi si straccia le vesti in queste ore vuol dire che preferisce che i trentini continuino a pagare più tasse invece di pagarne meno. Noi non apparteniamo a questa categoria”. Il presidente aggiunge inoltre che dei 155,2 milioni di euro di riduzioni di stanziamenti di parte capitale sul triennio 2019-2021 evidenziati dalla stampa, circa 107 milioni non si tradurranno in minori investimenti. In una nota si rileva come il Governo nazionale ad oggi ha assegnato alla Provincia di Trento, per i primi interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza, 2,5 milioni di euro. Nel contempo, sulla base dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 558 del 15 novembre 2018, ha già attivato una ricognizione per la stima dei danni di cui alle lettere a) e b), nonché degli interventi più urgenti di cui alle lettere c) e d) dell’art. 25, comma 2 del d.lgs. n. 1 del 2018 per definire le ulteriori risorse finanziarie necessarie sempre nella prima fase della calamità. Al riguardo si rileva come con il decreto legge in materia fiscale, convertito con la legge n. 136 del 17 dicembre 2018, sono stati previsti specifici finanziamenti per far fronte alle esigenze derivanti dagli eventi calamitosi di fine ottobre per 474,6 milioni nel 2019 e per 50 milioni nel 2020, mentre con la legge di bilancio dello Stato per il 2019 sono stati autorizzati 800 milioni nel 2019 e 900 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per interventi di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e per interventi sulle strutture e infrastrutture. Circa i 70 milioni di euro di minori entrate conseguenti alla manovra dello Stato, si ribadisce che sussiste l‘Accordo con il Governo per integrare l’ordinamento finanziario statutario al fine di prevedere una clausola che consenta di neutralizzare per la finanza provinciale gli impatti di modifiche apportate dallo Stato alla disciplina dei tributi erariali devoluti e ai tributi propri derivati. In sede di manovra di bilancio statale per il 2019 non ci sono stati i tempi tecnici sufficienti per rinvenire la necessaria copertura finanziaria per cui la norma sarà inserita in un prossimo provvedimento nazionale.