Per ventitre centrali dell’Enel alimentate da fonti fossili tradizionali e sottoutilizzate, tra cui quelle di Trino, Porto Marghera, Alessandria, Campomarino, Carpi, Camerata Picena, Bari, Giugliano e Pietrafitta è già stata avviata la chiusura definitiva. La storica centrale elettrica di Porto Marghera, intitolata a Giovanni Volpi di Misurata, è risalente al 1926. Si è appreso da varie fonti (l’Enel non da’ nuovi dettagli sull’operazione) che l’area veneziana sarà smantellata per lasciare spazio a tre imprese che hanno accettato di pagare 5 milioni di euro. Tali aziende si occupano di energia, logistica e ciclo del freddo. Da ricordare che la centrale veneziana lavorava a regime ridotto da tempo a causa della progressiva diminuzione di fabbisogno elettrico della zona. I 23 impianti saranno chiusi su decisione del country manager Carlo Tamburi, responsabile Enel per l’Italia, a seguito di un Piano di riconversione e valorizzazione delle centrali termoelettriche. Sul lato occupazionale, Enel ha già reso noto che ricollocherà gli oltre 750 lavoratori impegnati nelle centrali in altre società del gruppo, cioè  Enel Green Power, Enel Produzione ed Enel Distribuzione.

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