Se nel 2012 e nel 2013 le banche avevano lasciato a “secco” sia le famiglie sia le imprese, nel 2014, segnala la CGIA, è arrivata la tanto sospirata inversione di tendenza, perlomeno in 4 province del Nordest: a Verona (+0,1 per cento), a Udine (+0,4 per cento), a Trento (+0,9 per cento) e a Bolzano (+1,1 per cento) gli impieghi sono tornati a crescere. Al 31 dicembre 2014, la clientela del Nordest (imprese e famiglie) aveva ricevuto 206,9 miliardi di euro: la provincia che in termini assoluti ha potuto beneficiare del maggior numero di finanziamenti è stata quella di Verona, con 28,6 miliardi di euro. “Ovviamente – afferma Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – siamo ancora molto lontani dai tempi in cui la liquidità veniva erogata dagli istituti di credito con grande facilità. Tuttavia, in questo ultimo anno abbiamo riscontrato qualche segnale positivo e questo va salutato con grande soddisfazione. Detto ciò, la situazione venutasi a registrare a Pordenone, a Belluno e a Treviso, con contrazioni che oscillano tra il 2,2 e il 2,5 per cento, ci dicono che la stretta creditizia ha continuato ad allargarsi, soprattutto lungo le rive del Livenza. Speriamo – conclude Bortolussi – che l’avvio del Quantitative easing, vale a dire l’acquisto di titoli da parte della Bce, possa ridare liquidità al sistema bancario e, di conseguenza, all’economia reale”. Se ci soffermiamo sui dati riferiti alle imprese, notiamo che la situazione risulta migliore di quella emersa a livello generale, dove sono state considerate sia le imprese che le famiglie. Per artigiani, commercianti e imprenditori sono 5 le province che hanno visto incrementare l’erogazione dei prestiti: Rovigo, con +0,2 per cento; Verona, con +0,3 per cento; Udine con +0,8 per cento; Bolzano, con +0,9 cento e Trento, con +1 per cento. Le imprese più “aiutate” delle banche sono state quelle scaligere: al 31 dicembre scorso avevano ottenuto 20,5 miliardi di euro. Sempre al 31 dicembre dell’anno scorso, la quota complessiva erogata alle famiglie nordestine ammontava a 65,1 miliardi di euro: le più beneficiate erano quelle patavine: gli impieghi ammontavano a 8,9 miliardi di euro. La CGIA ha ricordato infine che le banche locali sono state pressoché le uniche ad aver continuato ad erogare credito in questi ultimi anni di dura crisi economica. Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, alla fine del 2013 la quota di mercato delle banche locali sui prestiti al settore produttivo è stata, a livello nazionale, massima nelle regioni del Nordest (27,4%, con punte di oltre il 60% nelle province di Trento e Bolzano).

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