Il recupero dell’industrial heritage è diventato una delle leve strategiche per il rilancio culturale di città e territori e per nuovi programmi di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di valorizzare i beni lasciati dalla civiltà industriale per restituirli al pubblico come patrimonio culturale collettivo. Daniele Mont D’Arpizio ne ha parlato con Giovanni Luigi Fontana, docente di storia dell’economia presso l’università di Padova e una sintesi sull’argomento è stata pubblicata su Bo Live, il giornale web dell’ateneo (Fabbrica Alta, Schio. Foto: G.L. Fontana). Quella del recupero e della valorizzazione del patrimonio industriale è una scommessa sotto vari punti di vista: politico, economico, sociale e anche scientifico. Per questo l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale – AIPAI ha organizzato dal 25 al 27 al ottobre a Venezia, Piazzola sul Brenta e Padova gli Stati generali del patrimonio industriale, per discutere insieme sulle nuove sfide ma anche dei nuovi e stimolanti spazi per la creatività e la progettualità in un settore che si avvia ad essere sempre più determinante, non solo per la gestione del territorio ma anche per il turismo.

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