Tra le manifestazioni promosse dalle istituzioni trentine, con la collaborazione della Fondazione Museo storico del Trentino e del Museo Storico Italiano della Guerra, sono state ricordate le vittime e i caduti trentini del Primo conflitto mondiale. Dopo il convegno ad Ala “Tra guerra e pace” e il Memoriale dei caduti della Grande Guerra, negli spazi espositivi del Castello di Rovereto, è stata presentata la duplice installazione, in piazza Dante a Trento, la partenza sui treni di tante persone che dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, non han fatto più ritorno. Sono stati esposti due vagoni merci “storici” messi a disposizione da Trenitalia, appositamente riadattati, su uno sfondo di una sorta di trincea, realizzata con una paratia di ramaglie intrecciate. Uno dei vagoni ospita uno schermo su cui scorrono le immagini d’archivio del grande conflitto mondiale. In sala Depero, invece, un database con i nomi degli oltre 12.000 militari trentini caduti nei vari fronti, dalla Galizia ai Carpazi al fronte italiano, assieme ad un plastico del nuovo Memoriale e ad altro materiale fotografico. Le installazioni sono visitabili fino all’11 novembre (foto della Provincia). La cerimonia pubblica, rivolta soprattutto alle scuole, si è aperta con i saluti del direttore del Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi, che ha ricordato la legge, voluta da tutto il Consiglio provinciale, con cui si è istituita ufficialmente la data del 14 ottobre per commemorare, ogni anno, i militari e i civili caduti nel corso della Grande Guerra: quel giorno, il 14 ottobre del 1914, l’esercito austroungarico lanciò infatti un’offensiva sul fronte galiziano, per superare il fiume San, rimasto nella memoria per il suo essersi tinto del rosso del tanto sangue versato. Le manifestazioni di questi giorni, però, non hanno celebrato una guerra o una serie di eventi bellici: il loro scopo è piuttosto quello di capire e di ricordare. Le installazioni esposte saranno visitabili fino all’11 novembre, data altrettanto simbolica perché è quella che ha segnato, con la firma dell’armistizio, franco-tedesco, la cessazione delle ostilità. Ma “nella memoria nessuna croce manca”, come recita il motto della manifestazione perchè sono stati 65.000 mila i trentini arruolati nell’esercito imperial-regio, così come le migliaia di profughi che dovettero lasciare le loro case all’avvicinarsi della linee del fronte è stato difficile se non impossibile. Come noto, sono state alcune associazioni a tenere viva la fiamma della memoria. E assieme a loro, anche le tante famiglie che avevano avuto un parente coinvolto nelle vicende della guerra.

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