In Trentino l’ambiente è tutelato ed è considerato patrimonio collettivo. Il riconoscimento arriva dal convegno nazionale sulle “Reti e gli strumenti di gestione per le aree protette” che, nella sala delle Marangonerie al Castello del Buonconsiglio di Trento, ha aperto la prima edizione del Festival delle aree protette (foto Prov.Tn). “Il Trentino è un punto di riferimento nazionale ed europeo sia per l’estensione sia per la qualità dei parchi e delle aree protette”, hanno ricordato i vari relatori ed in particolare il moderatore del convegno, Paolo Angelini del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e capo delegazione in Convenzione delle Alpi. Il Festival, come noto, è stato promosso per festeggiare i 30 anni di costituzione dei parchi in Trentino e i 10 anni di vita della legge sulle riserve e sulla protezione della natura. Inoltre – come ha sottolineato l’assessore provinciale all’ambiente – il Trentino è riuscito a vincere la sfida culturale che ha permesso di considerare i parchi come patrimonio condiviso tra enti e comunità locali: “Oggi il parco è considerato un’opportunità che vede il coinvolgimento attivo anche delle popolazioni locali e non solo un’area chiusa a qualsiasi istanza. Siamo riusciti a costruire un nuovo modello di gestione delle risorse naturali e far crescere una cultura favorevole attorno ad un bene primario qual è l’ambiente e il territorio della nostra provincia. Il Festival delle aree protette conferma che al centro del nostro interesse c’è la tutelata del territorio e della straordinaria biodiversità del Trentino”. In apertura dei lavori è stato fatto il bilancio dello stato di conservazione delle zone naturalistiche del Trentino e dei principi che hanno governato la tutela e lo sviluppo delle stesse. Il merito lo si deve anche ad amministratori che hanno saputo cogliere la sfida, come Renzo Videsott, Bruno Kessler e walter Micheli, ai quali si deve l’impianto moderno di tutela del territorio e dell’ambiente trentino. E non solo. In Trentino – come sottolineato da più relatori – è stato sviluppato un modello di cogestione del territorio e delle aree protette che ha visto l’apertura dei territori alle comunità, superando l’idea del parco naturale come una riserva chiusa alle istanze locali. Il parco e le aree protette non sono più viste con sospetto o ritrosia, bensì come un’opportunità che va colta e vissuta da tutti. Negli ultimi quindici anni, una volta istituiti i parchi provinciali, in Trentino si è lavorato soprattutto per valorizzare le esperienze fatte e per introdurre una parola chiave, le reti territoriali. La realizzazione delle 10 reti di riserve è frutto anche del lavoro straordinario portato avanti dagli enti parco e dalle strutture provinciali – quali il Dipartimento territorio, ambiente e foreste, e il Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma di Trento – oltre a soggetti quali la Sat e la Scuola per il governo del territorio e del paesaggio. Accanto ad esse operano oggi altre tre realtà fondamentali per la diffusione della conoscenza e della cultura ambientale: la Fondazione Dolomiti Unesco, rappresentata al Festival dalla sua direttrice, Marcella Morandini; il Muse, eccellenza museale in Italia; e il Parco nazionale delle Stelvio, passato da una gestione centralista ad una rete condivisa tra Trento, Bolzano e Lombardia che ha permesso di rilanciare il parco. Giornta finale del Festival delle aree protette il 15 settembre e domenica con i due eventi speciali dei record: “L’abbraccio simultaneo degli alberi più grande delle Alpi”, in val di Rabbi nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio Trentino e “La fila indiana più lunga al mondo di persone scalze in montagna”, nel contesto del Parco Paneveggio Pale di San Martino. Info:http://www.areeprotette.provincia.tn.it/eventi/pagina27.html