A seguito delle dichiarazioni del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli sul tema Grandi Navi a Venezia, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Pino Musolino ha detto di aver chiesto “ancora una volta d’incontrare al più presto il Ministro Toninelli per comprendere chiaramente le direttive del Governo italiano rispetto al futuro dell’industria crocieristica a Venezia e, di conseguenza, in tutti i porti crocieristici dell’Adriatico che dipendono dall’operatività dello scalo lagunare (foto d’arch.grandi navi a Venezia). Come è noto, negli ultimi mesi l’Autorità di Sistema Portuale si è mossa a livello progettuale per dare concretezza alle indicazioni ricevute in sede dell’ultimo “Comitatone”. Tali indicazioni non prevedono l’escavo di nuovi canali ma semplicemente l’adeguamento a livelli previsti dal Piano Regolatore Portuale dei canali esistenti. Allo stesso modo, ricordo che la Capitaneria di Porto di Venezia ha recentemente aggiornato i parametri utilizzati per segmentare i flussi delle Grandi Navi, individuando un algoritmo complesso che tiene conto di molteplici variabili oltre al tonnellaggio”. “Siamo a disposizione fin da subito per ri-avviare un tavolo di lavoro con il Ministero e raccogliere eventuali correzioni tecnico-politiche alla soluzione, condivisa e realizzabile, già individuata per ribilanciare i flussi delle Grandi Navi a Venezia salvaguardando il fragile ecosistema lagunare e rispettando, nel contempo, le aziende impegnate in questo comparto, da cui dipende un notevole indotto che pesa per circa il 3% del PIL veneziano e che impiega complessivamente oltre 4000 addetti”, ha concluso il presidente Musolino. Che cosa ha detto il ministro con una nota? “Si dovranno portare gradualmente tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuato con il decreto ministeriale del 1985. Toninelli ha insistito non a caso su un turismo che deve essere realmente sostenibile. In maniera da garantire la tutela di quello scrigno di tesori che è Venezia”. In concreto il ministro ha precisato la contrarietà “allo scavo di nuovi canali mentre è stato condiviso all’attracco di navi fino a 40 mila tonnellate, utilizzando la stazione marittima ed eventualmente quella già pronta di Chioggia (e mai usata).

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