“Il Tunnel di base del Brennero, secondo le ultime stime, costerà circa 8,5 miliardi di euro e sarà pronto entro la fine del 2026, ha ricordato Konrad Bergmeister, amministratore delegato di BBT SE, la società che sta realizzando il Tunnel. “Vogliamo capire dove stiamo andando per dare a tutti elementi di concretezza – ha detto l’assessore provinciale alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi – aprendo i lavori della seconda giornata del Convegno “Oltre l’infrastruttura. Per una nuova cultura della mobilità” che si è tenuto al Muse di Trento. “Nel 2015 il Trentino ha assunto la presidenza della Comunità d’Azione per la Ferrovia del Brennero e la Provincia ha attivato l’Osservatorio per lo sviluppo del Corridoio del Brennero e delle connesse infrastrutture, uno strumento – ha detto Gilmozzi – che servirà per informare correttamente e dialogare con i cittadini”. “Una volta fatta l’infrastruttura – ha aggiunto – dovremo fare in modo che venga utilizzata al meglio e per questo occorre un maggiore coordinamento politico fra i diversi Paesi, che chiederemo al Commissario europeo ai trasporti Violeta Bulc, nella convinzione che serva una comune strategia, utilizzando anche politiche di incentivo e disincentivo per spostare il traffico dalla strada alla ferrovia”. “Il Tunnel di base del Brennero renderà l’Europa più moderna ed integrata, non solo economicamente, ma anche culturalmente – ha detto ancora Gilmozzi – occorre però che sia un’opera che favorisca l’intermodalità e connessa alle città europee”. Analisi condivise anche da Florian Mussner, assessore alla mobilità della Provincia autonoma di Bolzano, che ha ricordato come le vie di comunicazione siano fondamentali per lo sviluppo economico, ma anche per avvicinare fra di loro le popolazioni e quindi per favorire la pace. “Dobbiamo creare le condizioni – ha detto Mussner – per fare in modo che la modernità sia compatibile con l’ambiente e al passo con la qualità della vita”. Il progetto del Tunnel di base del Brennero non sarà solo una ferrovia che attraversa alcune regioni, ma un’opera ad alta capacità, intermodale, che usa combustibili puliti, in sostanza un moderno apparato di comunicazione per il quale occorre coinvolgere ed informare le popolazioni interessate. E’ questo il concetto fondamentale sul quale si sono ritrovati esperti ed operatori, molti provenienti dall’Europa, nel corso del convegno “Oltre l’infrastruttura. Per una nuova cultura della mobilità”. “E’ una prospettiva di lungo corso” ha detto Herald Ruijters, Capo Unità della Rete Transeuropea dei Trasporti, che sta seguendo per la Commissione Europea lo sviluppo del corridoio Scan Med, che collegherà la Scandinavia con il Mediterraneo e di cui fa parte anche il Tunnel del Brennero. “Ci sono solamente sei progetti così ben sviluppati come quello del Tunnel del Brennero – ha detto Ruijters – ricordando che la Commissione Europea ha stanziato circa 23 miliardi di euro per il settore dei trasporti e che sta privilegiando soprattutto i progetti transfrontalieri”. “Gli ostacoli sono quelle cose che si vedono quando si distaccano gli occhi dall’orizzonte finale – ha detto ancora Ruijters citando Henry Ford – per ricordare quindi la necessità di guardare all’obiettivo finale”. “Non stiamo lavorando per il settore dei trasporti – ha concluso – ma per il bene della società e riteniamo cruciale coinvolgere i territori e le autorità locali per fargli capire che non si tratta di una cosa decisa e realizzata a Bruxelles”. “Sarà un’opera ingegneristica all’avanguardia, ha segnalato Bergmeister, che porterà ad un miglioramento delle possibilità di trasporto di persone e di merci nel cuore dell’Europa, salvaguardando al tempo stesso il patrimonio ambientale della regione Alpina. “Entro un anno – ha concluso – avremo appaltato tutti i principali lavori relativi alla galleria, la cui realizzazione comporterà molti valori aggiuntivi, a cominciare dalla riduzione di CO2 e dallo sviluppo dell’intermodalità e della geotermia”.