Si chiama Taste&Buy il servizio di matching b2b che Vinitaly offre agli espositori di Vinitaly (15-18 aprile) e che propone incontri con buyer ogni anno nuovi, qualificati, selezionati e invitati da Veronafiere attraverso la sua rete di delegati in tutto il mondo e in collaborazione con Ice Agenzia nell’ambito del Piano di promozione straordinaria del made in Italy del Mise.
Prevista anche quest’anno un’attività di incoming per VinitalyBio, realizzata in collaborazione con Federbio. Circa mille
quest’anno i nuovi professionisti da una sessantina di Paesi, che si aggiungono agli operatori in visita (in totale 128.000 nel 2017 dei quali 48.000 da 142 Paesi). Oltre agli incontri b2b con le aziende parteciperanno ai walk around tasting dei
consorzi e nei grand tasting di Vinitaly. Nel 2017 i matching organizzati all’interno dell’iniziativa Taste&Buy e dei walkaroun
d tasting sono stati ben 1.300 in quattro giorni di fiera. Nella classifica dei mercati i maggiore interesse per gli espositori
ci sono sempre il Nord America, con Stati Uniti e Canada, Russia e Cina. Nel 2017 sono stati 7.800 gli operatori commerciali registrati a Vinitaly provenienti dal Nord America. Quest’anno, l’incoming dagli Usa, primo mercato per l’export enologico italiano con un valore di 1,6 miliardi di euro, vede sempre più presenti importatori e distributori oltre che dalla East e
West Coast anche dagli Stati interni, come Colorado, Kansas, Missouri e Illinois. Un’opportunità per entrare in contatto con
i mercati meno esplorati degli Usa, per il quale l’analisi “Il futuro dei mercati, i mercati del futuro” di Nomisma Wine Monitor per Vinitaly 2018 prevede una crescita del 22,5% entro il 2022. Buone prospettive anche per il Canada,
quinto mercato per l’export italiano di vino (poco meno di 80.000 hl nel 2017), con un trend in costante crescita (+9% in quantità, +8% in valore sul 2016). Per questo l’attività di incoming di buyer dal Paese nordamericano è stata ulteriormente potenziata rispetto agli scorsi anni, anche in collaborazione con Ice Canada, grazie alla quale quest’anno sono in fiera anche nuovi monopoli: SAQ (Quebec), ANBL (New Brunswick), NSLC (Nuova Scozia), che si aggiungono a quelli
già tradizionalmente presenti: LCBO (Ontario), BCLDB (British Columbia), MBLL (Manitoba). Per presentare le
nuove occasioni per il vino italiano, Ice Canada in collaborazione con Vinitaly organizza lunedì 16 aprile dalle ore 9,30 nello spazio wine2digital (primo piano Palaexpo) un incontro dal titolo “Destinazione Canada”, con i rappresentanti dei monopoli LCBO, SAQ, BCLDB, ANBL, NSLC, MBLL, per una presentazione dei singoli mercati. La Russia è il paese che torna a essere strategico per il vino italiano . Attualmente l’import dall’Italia ammonta a circa 255 milioni di euro e le previsioni Vinitaly/Wine Monitor stimano nei prossimi cinque anni un incremento delle importazioni del 27,5%. Per sostenere questo trend, la selezione per l’incoming quest’anno ha fatto leva su due tipologie di buyer: aziende top – grossi importatori da anni espositori a Vinitaly Russia con fatturati alti – interessati ad espandere il proprio portfolio; aziende di dimensione più piccole ma molto incentivate a trovare nuovi fornitori dall’Italia e creare da zero un portfolio di vini italiani. La Cina. Sono del 38,5% le previsioni di incremento per il vino italiano in Cina entro il 2022, dove attualmente l’Italia esporta vini per 143 milioni di euro ed è al sesto posto tra i Paesi importatori. Nella selezione degli operatori provenienti dalla Cina molto importante è stata quest’anno la valutazione geografica, per mantenere il presidio nelle città di prima fascia come Pechino,
Shanghai, Hangzhou (il centro dell’e-commerce in Cina e sede di Alibaba) e Chengdu, che ha visto nel corso degli anni l’organizzazione di molte fiere dedicate al settore (tra cui Vinitaly Chengdu, parte del fuori salone del “China Food and
Drinks Fair for Wine and Spirits”, uno degli eventi b2b più importanti del comparto vitivinicolo cinese, arrivato alla sua 98/ma edizione), ma al tempo stesso addentrarsi all’interno del Paese, coinvolgendo aziende provenienti da città di seconda o addirittura di terza fascia: Beihai e Changchung (seconda fascia); Yantai (città di terza fascia), una delle maggiori aree della Cina per produzione ed importazione di vini e Foshan (terza fascia).
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