In occasione della Santa Pasqua ancor oggi, a tavola, regna la tradizione e benché si celebri da ogni parte con piatti tipici, alcuni elementi sono ricorrenti fin dai tempi antichi. Simbolo della figura di Cristo è l’agnello, cucinato durante la Pasqua secondo una tradizione ebraica che risale ai tempi di Mosè, una usanza ormai consolidata (ma anche contestata) ai giorni nostri per preparare gustose pietanze. Immancabile è la colomba, un tempo fatta con ingredienti semplici ed ora arricchita di canditi e mandorle. Emblema della pace, le sue origini si fanno risalire al re longobardo Alboino, ma anche a Barbarossa, alla regina Teodolinda ed al santo irlandese San Colombano. Diffusa in tutta Italia, la ricetta è di origine lombarda, sebbene negli anni si siano sviluppate creative varianti da regione a regione. Di antica tradizione è, ad esempio, la colomba pasquale in Sicilia, chiamata anche palummeddo o pastafuorti. La preparazione classica prevede farina, burro, uova, zucchero, buccia d’arancia candita e mandorle. La forma tipica sembra riferirsi alla tradizione cristiana: l’immagine della colomba infatti ricorre frequentemente nelle scritture sacre. Dall’Arca di Noè alla Risurrezione di Cristo, la colomba è la rappresentazione dello Spirito Santo, della speranza e della salvezza. Oltre ai significati connessi alla religione, in tutto il mondo la colomba è considerata simbolo di pace e di prosperità. In Veneto però non c’è Pasqua senza la focaccia, dolce tradizionale che può assumere anche la forma di colomba, confezionato con lo stesso tipo di pasta e accompagnato con vini tipici, come il Prosecco o il Moscato Fior d’Arancio dei Colli. La focaccia ha origini umili: una volta per fare i dolci della festa semplicemente si coprivano di zucchero i pani di tutti i giorni; in molte zone fa più Pasqua della colomba. Anche le uova colorate sono un antico simbolo di questa festività. Venivano donate e mangiate per festeggiare il ritorno della primavera. Con l’avvento del Cristianesimo, l’offerta di uova divenne simbolo della rinascita non solo della natura ma dell’uomo stesso, della Resurrezione del Signore. Per gli antichi l’uovo era sinonimo di vita nonché alimento prezioso. Sembra che la consuetudine di portare uova in dono sia da far risalire ai Persiani che le regalavano per annunciare l’arrivo della bella stagione. La tradizione di distribuire uova colorate si sarebbe poi diffusa in Egitto e in Grecia, mentre i primi esemplari decorati risalirebbero all’antica Cina. Nel Medioevo in Germania e nei paesi scandinavi si diffuse l’abitudine di regalare uova colorate la domenica di Pasqua. Ai greci ortodossi piace cucinare le uova sode e colorarle di rosso (usando nell’acqua di cottura foglie di cipolla rossa), simbolo della passione di Cristo, il giovedì santo e mangiarle a Pasqua. Più recente è l’usanza dell’uovo di cioccolato, la cui diffusione è stata introdotta nell’ultimo secolo. Per la gioia dei bambini ma anche degli adulti, in tutte le case è presente l’uovo confezionato, grande o piccolo, al latte o fondente, da aprire dopo la benedizione papale per cercare la sorpresa. Senza ricorrere all’oro e ai materiali pregiati, come fece l’orafo Fabergé, gioielliere alla corte dello zar Alessandro III, per fare bella figura si possono decorare a mano le uova di gallina utilizzando semplici ingredienti di cucina. Per ottenere le uova rosse si usano delle barbabietole grattate; per l’arancio occorrono le cipolle; se si vuole colorare le uova di verde, si cucinano insieme alle foglie di spinaci mentre per ottenere il giallo si usa lo zafferano; per avere il blu ci vogliono le foglie di cavolo rosso ed infine per farle diventare marrone il caffè. Deriva dalla tradizione anglosassone invece il coniglietto pasquale Easter Bunny, di moda anche da noi. Nel giorno di Pasquetta, il lunedì dell’Angelo, è ancora usanza fare scampagnate e feste, pic-nic sull’erba e attività all’aperto, magari accompagnate a gare con uova sode per riscoprire antiche tradizioni e sapori tipici. Esiste un detto: “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi” per indicare che generalmente la festività del Natale si passa con i propri cari in famiglia, mentre le vacanze di Pasqua sono quelle in cui molte persone decidono di approfittarne per viaggiare o per gite fuoriporta. (ODM)

 

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