La ventiquattrenne Marina Brunello (nella foto) è la seconda migliore giocatrice di scacchi in Italia e fa parte della squadra nazionale femminile. Originaria di Rogno (Bergamo), ha iniziato a giocare quando aveva 5 anni grazie al fratello Sabino, che le ha insegnato le basi dopo aver frequentato un corso a scuola, inoltre è studentessa prossima alla laurea in psicologia all’Università di Padova. “Come sport non si ripete mai – ha dichiarato Brunello ai microfoni di RadioBue dell’ateneo – c’è sempre qualcosa da scoprire. Anche se adesso ci sono grandissime tecnologie, comunque c’è sempre qualcosa di nuovo e la mente umana riesce a trovare quello che un motore di analisi non può trovare.” La Federazione Internazionale degli Scacchi (Fide) le ha assegnato un punteggio Elo di 2367, che le ha permesso di conquistare il titolo di Grande Maestro Femminile. Ma prima di arrivare a questo traguardo, ne ha dovuto raggiungere altri. I titoli riconosciuti a livello internazionale a uno scacchista sono sei, di cui tre femminili: Maestro Fide Femminile, Maestro Internazionale Femminile e Grande Maestro Femminile. I titoli assoluti, che si raggiungono con livelli Elo diversi da quelli femminili, sono: Maestro Fide, Maestro Internazionale e Grande Maestro. Per conquistare questi ultimi due, oltre a essere nella fascia richiesta di punti Elo, è necessario fare tre norme, ovvero giocare molto bene nei tornei e rientrare in dei parametri specifici. Gli scacchi si giocano stando seduti e forse questo potrebbe far sorgere il dubbio che non si tratti di un vero sport, ma quanto è impegnativo a livello mentale fare una partita? In media la durata di un incontro è di quattro ore e il cervello in quei momenti consuma tantissimo. Marina ha dichiarato che il più lungo che ha giocato è stato di sei ore e dieci: “Vuol dire che per sei ore e dieci bisogna dare il massimo della concentrazione e quindi si è stanchissimi alla fine”. Il dispendio di energie di una partita è equiparabile a quello di una di calcio. Come è stato ricordato per uno scacchista non è importante la sola preparazione a livello mentale, ma anche la forma fisica. Solitamente i tornei si svolgono in 9 giorni, che prevedono un match al giorno, perciò i tempi di recupero sono molto stretti. La campionessa, nel raccontarsi, non ricorda quanti paesi abbia visitato, ma stima di averne visti una trentina in tutto il mondo, ha girato per l’Europa ed è stata tre volte in Asia: in Siberia, a Pechino e in India. Il paese in cui si è trovata meglio è l’Islanda, in cui tornerà a breve per il suo prossimo torneo il Gamma Revkyavik Open 2018.