Per la prima volta è stato dimostrato scientificamente che, in condizioni fisiologiche, nel sangue di donatori sani, oltre a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, circolano cellule staminali.  La conferma viene da una ricerca dell’Università di Padova Dipartimento di Scienze del Farmaco, in collaborazione con la Fondazione T.E.S. Onlus e del Centro trasfusionale di Belluno, supportata da ABVS e le AVIS del Veneto, pubblicata su “Journal of Cellular and Molecular Medicine”.
Questa ricerca apre rivoluzionarie prospettive nell’uso delle cellule staminali come farmaci innovativi. “Per arrivare a questo risultato – ha spiegato la Prof. Rosa Di Liddo responsabile del Progetto – abbiamo codificato la procedura per ottenere in modo “standardizzato“ cellule circolanti multipotenti da sangue umano periferico. Questa procedura prevede l’utilizzo di gel leucopiastrinico (L-PRF) preparato secondo il metodo messo a punto e pubblicato dai Medici del Centro Trasfusionale di Belluno e già utilizzato per l’impiego clinico. Le cellule staminali così “catturate” nella preparazione del gel leucopiastrinico, vengono dallo stesso rilasciate dopo venti giorni di coltura in vitro (cioè isolate). E quindi espanse in vitro (ovvero fatte moltiplicare in laboratorio). Infine si procede alla loro “caratterizzazione”, procedimento che consente oggi di definire una loro precisa “carta di identità”.La nostra successiva ricerca si è focalizzata sulla capacità differenziativa delle cellule staminali così prodotte, che sono in grado di trasformarsi in cellule adipose, muscolari, nervose ed endoteliali. Conosciamo quale è la funzione nel nostro organismo dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine, ma non conosciamo “a cosa servono” queste cellule staminali circolanti. Sappiamo che esse, possono differenziarsi a seconda, o meglio, in funzione, del tessuto con il quale interagiscono. Aver definito una procedura standard per moltiplicare le cellule staminali presenti nel sangue di donatori e quindi in ciascuno di noi; ciò rende possibile poter ricorrere alla staminali autoprodotte ogni volta che sia necessario, ricorrendo ad un semplice prelievo. Queste cellule possono essere coltivate in laboratorio per aumentarne la disponibilità, sino all’occorrenza. Terzo aspetto, molto rilevante, oggi siamo in grado di dare una fisionomia precisa alle staminali così prodotte. Abbiamo verificato che queste cellule esprimono la potenzialità a migrare dal circolo sanguigno ai tessuti (migrazione transendoteliale), sviluppano effetti antiinfiammatori e quindi possono partecipare alla risposta rigenerativa tessutale”. “Siamo consapevoli, ha sottolineato il prof. Pier Paolo Parnigotto (“Studioso Senior” della Università degli Studi di Padova e Presidente Fondazione TES) di aver raggiunto un importante traguardo. Ma siamo altrettanto consapevoli che ci attende una ulteriore, fondamentale fase di ricerca. Il nostro nuovo obiettivo è focalizzato sul come “indirizzare” le nostre staminali, stimolandole ad esprimere le loro potenzialità rigenerative su organi o tessuti danneggiati.
E’ evidente che questo aprirebbe campi infiniti di applicazione clinica. Che per oggi restano solo un sogno.
Ma che è oggi possibile considerare “non irrealizzabile” ed è su questa parte applicativa che stiamo avviando la seconda parte della nostra campagna di ricerca”.  Info: press. Esseci, 049.663499 gestione2@studioesseci.net

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