“Ancora una volta, assumendoci con responsabilità un grande rischio imprenditoriale, investiamo qui: vogliamo che Porto Marghera sia protagonista della transizione energetica verso combustibili più puliti, necessaria per continuare a fare impresa in Italia e per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni”, ha dichiarato Gian Luigi Triboldi, Presidente e AD di Venice LNG in occasione dell’esposizione del progetto per la realizzazione di un deposito di stoccaggio costiero di Gas naturale liquefatto (GNL) nell’area di Porto Marghera per la cui realizzazione sono stati impegnati oltre 100 mln di euro. Si tratta del combustibile del futuro, che farà viaggiare navi e camion riducendo di gran lunga il loro impatto sull’ambiente, troverà casa a Porto Marghera. La presentazione del piano industriale (il 20% dei 100 previsti arriveranno da finanziamenti europei), è stata fatta, nella sede della Confindustria di Venezia, al Vega, durante una conferenza stampa, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese, l´assessore comunale allo sviluppo economico, Simone Venturini,  e il presidente dell´Autorità portuale di Venezia-Chioggia, Pino Musolino ed i rappresentanti di Venice LNG. Essa è la new company nata dall’unione di due grandi gruppi industriali italiani cioè Decal  Spa e San Marco Gas (sister company di San Marco Petroli), attivi a Porto Marghera da oltre 50 anni nel settore dello stoccaggio e della distribuzione di prodotti petroliferi e petrolchimici. Forti  della propria esperienza e del proprio know how tecnologico, i soci di Venice LNG si muovono da pionieri in un mercato ancora tutto da costruire. Spinti dalla volontà di adeguare al prossimo futuro il proprio business per poterlo mantenere in Italia, puntano oggi sul più importante combustibile alternativo al petrolio e ai suoi derivati, il GNL, che sarà la forma di energia più pulita e affidabile di qui ai prossimi decenni.  Il deposito di GNL previsto, nell’area ex Syndial dell’Eni, ne favorirà l’uso come combustibile per veicoli  pesanti e marini poiché sfrutta una posizione strategica per le rotte marittime e terrestri; la sua realizzazione aiuterà il Paese ad adempiere alle disposizioni europee che – per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti – impongono la creazione entro il 2025 di un sistema di rifornimento GNL per le navi e per i veicoli pesanti lungo la rete centrale di trasporto trans-europea (TEN-T). Il porto di Venezia è uno dei porti italiani identificati dall’iniziativa promossa dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per promuovere la diffusione del GNL nel settore dei trasporti.  Come è stato spiegato, il progetto di Venice LNG prevede di collocare il deposito in un’area di proprietà di Decal Spa, a fianco all’esistente sito di stoccaggio di oli, lungo il Canale Industriale Sud, su terreni bonificati, precedentemente utilizzati per la movimentazione del cemento (foto). È prevista l’istallazione di un serbatoio a pressione atmosferica con capacità massima di stoccaggio di 32.000 m3, realizzato con la migliore tecnologia disponibile (full containment), che sarà alimentato da navi gasiere di piccola e media taglia (massimo 30.000 m3); la distribuzione sarà invece garantita attraverso autocisterne e bettoline di piccola taglia. L’utilizzo del GNL invece dei carburanti tradizionali genera importantissimi benefici ambientali: consente di eliminare quasi totalmente le emissioni di ossidi di zolfo (- 95%) e delle polveri sottili (PM10 – 90%) e di ridurre le emissioni di ossidi di azoto e di anidride carbonica. La capacità di stoccaggio del deposito Venice LNG consentirebbe di rispondere ai consumi di 15.000 camion alimentati a GNL, evitando l’immissione in atmosfera di circa 330 tonnellate di PM10 all’anno. Venice LNG vuole spiegare questi benefici in un dialogo continuo con la comunità: “Lo sviluppo dei territori nasce dal dialogo e dalla condivisione di visione – ha chiarito ancora Triboldi – per questo sto incontrando e continuerò a incontrare gli interlocutori rappresentativi della comunità locale, raccontando loro il progetto ancora prima dell’avvio in autorizzazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Continueremo a farlo anche dopo, durante la procedura di VIA, dimostrando che l’impianto adotta i migliori standard tecnologici al mondo per garantire il minor impatto ambientale”. Il terminal di gas a Marghera rientra nel primo hub di Livorno e Ravenna. “Siamo davanti ad un evidente segnale di interesse per Porto Marghera che permetterà il recupero di un’area degradata”, ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, a commento del progetto e dell’occupazione ed indotto che innescherà. Intanto, la Regione Veneto ha candidato Marghera ad ospitare un Centro di ricerca internazionale sulla fusione a caldo, gestito dal dipartimento di fisica dell’università di Padova (del valore di 500 mln di euro). Si è davanti ad un esperimento innovativo; una volta operativo, lavoreranno ricercatori dei Enea, Cnr, Infn e di alcuni atenei italiani. Il Cipe, come noto, ha assegnato per dar concretezza alla partenza già i primi 40 mln, considerato – come è stato detto – che il DTT è una opportunità irripetibile. Nell’investimento farà parte il Governo  con 250 mln, tramite un mutuo della Banca Europea degli investimenti: poi, altri fondi da parte del Consorzio Eurofusion (Ue) e della Rep. popolare della Cina per la quale è stato previsto che svolga il ruolo di partner scientifico (30 mln). Con la realizzazione del Divertor Test Tokamak (DTT) troveranno occupazione 2 mila persone.

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