Prigionieri a casa propria. E’ questo, almeno sulla carta, la paradossale situazione  di Gianfranco Zoia, 67 anni, artigiano mestrino, e dell’anziana madre 90 enne, entrambi residenti a Dese, in via Pialoi, in una casa che si trova fra la tangenziale e il fiume Dese. Tutta colpa di una sentenza del Tribunale di Venezia che qualche mese fa ha respinto la richiesta di usucapione presentata qualche anno prima dalla stessa famiglia Zoia in relazione a 155 metri quadri di terreno che sono proprio di fronte al cancello d’uscita dell’abitazione e che rappresentano l’unica alternativa per muoversi da casa. Dopo la sentenza, Gianfranco Zoia ha chiesto aiuto all’Adico (Associazione difesa consumatori di Mestre) per cercare di risolvere questa vicenda dai contorni kafkiani. In quella abitazione la famiglia Zoia ci abita dal 1947. I 155 metri quadrati oggetto della contestazione erano a suo tempo utilizzati dal Consorzio Dese-Sile come deposito dei sacchi di sabbia. Negli anni 80, invece, una parte di quell’area era stata adibita dalla famiglia Zoia a legnaia sempre nella certezza che quel terreno fosse di proprietà del Consorzio. Nel 1999, però, qualche cosa è cambiato. I proprietari dei campi adiacenti all’abitazione dove vive Gianfranco Zoia con l’anziana madre hanno venduto il terreno. Per qualche anno non è accaduto nulla ma all’inizio del nuovo millennio i nuovi proprietari hanno rivendicato, carte alla mano, i propri diritti anche su quei 155 metri quadrati che rappresentano l’unica via d’uscita dall’abitazione di via Pialoi. “Da quello che ci ha raccontato il nostro socio – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – i nuovi proprietari a un certo punto hanno cominciato a pretendere che la famiglia Zoia non passasse per quell’area che è comunque l’unica possibilità per uscire di casa. Una cosa assurda, dopo più di 70 anni di utilizzo. Infatti allo stato attuale l’artigiano e l’anziana madre continuano a usare quella servitù di passaggio, anche perché non ci sono altri itinerari, se non gettandosi nelle acque del  Dese”. Proprio in considerazione di ciò, nel 2004 Gianfranco Zoia ha chiesto l’usucapione di quel terreno ma il Tribunale di Venezia, qualche mese fa, ha respinto la domanda. “Da quanto riferito – continua Garofolini – il giudice ha suggerito alla famiglia Zoia di realizzare una uscita alternativa. Cosa praticamente impossibile visto che l’unica possibilità sarebbe quella di attraversare il fiume Dese. Come Adico raccogliamo la richiesta di aiuto che ci è stata presentata e lanciamo un appello affinchè quella servitù di passaggio resti a disposizione dell’artigiano e dell’anziana madre”.

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