Quella che si estende sull’Altopiano di Asiago é una grande e maestosa foresta. Dalle quote più basse in riva all’Astico e al Brenta il bosco sale fino al limite estremo consentito agli alberi, in cima al Portule e all’Ortigara. Boschi a perdita d’occhio, che si estendono per decine di migliaia di ettari e che ospitano una ricca varietà di specie vegetali e animali. Una straordinaria varietà di “abitanti” che cambia a seconda delle zone e dell’altitudine: dalle forme ad arbusto delle roverelle e dei carpini alle colonne monumentali degli abeti e dei larici per poi accucciarsi di nuovo alle forme striscianti dei mughi. Cambia ma non si interrompe. È come se un filo collegasse i boschi delle colline a quelli dei monti, un’unica narrazione che intreccia la vita della natura e il lavoro dell’uomo. Qui sull’Altopiano, forse più che altrove, la caparbietà dei montanari, il loro amore per il bosco, i sacrifici di generazioni di donne e di uomini hanno ricostruito e preservato una foresta che ora offre molte opportunità di lavoro, svago e ricreazione. Daniele Zovi, forestale e grande esperto del territorio montano, e Giustino Mezzalira, dell’Agenzia Veneto Agricoltura, di questo straordinario patrimonio forestale veneto ne hanno raccontato la storia. La presentazione del volume “La Grande Foresta – Storia dei boschi dell’Altopiano di Asiago” il 4/1 (h 18,30) presso il Teatro Millepini di Asiago (Vicenza). Oltre all’autore, Daniele Zovi, e a Giustino Mezzalira, che della pubblicazione ha curato l’appendice, intervento dell’esperto forestale Gianni Rigoni Stern, lo storico Giancarlo Bortoli, l’Amministratore delegato di Rigoni di Asiago, Andrea Rigoni, il presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, il presidente dell’Unione Montana dei Sette Comuni, Emanuele Munari, e rappresentanti del comune di Asiago.