Nel 2015 per il PIL della macroarea, che comprende Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, e rappresenta il 40% della ricchezza complessiva nazionale, è prevista una crescita dell’1,2% rispetto allo 0,7% dell’Italia. E’ quanto emerge dall’analisi per la prima volta realizzata congiuntamente dalle Unioni regionali delle Camere di Commercio delle tre regioni – utilizzando i dati regionali di fonte Prometeia sugli “Scenari delle economie locali” – e presentata in occasione della prima riunione congiunta delle Giunte delle tre Unioni regionali a suggello del Protocollo di collaborazione sottoscritto in tema di monitoraggio dell’economia, supporto all’internazionalizzazione e sviluppo della progettazione europea. Nella foto i tre presidenti. «I dati di fonte Prometeia se da un lato ribadiscono l’importanza della macroarea rappresentata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dall’altro confermano che il passo più spedito di queste regioni rispetto al resto del Paese rimane zavorrato da fattori interni che ne limitano la crescita – ha sottolineato Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto -. Pensare di poter migliorare il nostro Pil in assenza di maggiori consumi è quanto meno utopico, ma è altrettanto chiaro che, se si continua a parlare di aumento delle accise e dell’Iva per recuperare buchi non previsti, i consumi non solo non aumenteranno ma sono destinati a contrarsi. Per consolidare la ripresa non resta dunque che un atto di coraggio da parte del Governo: mettere mano alla spesa pubblica improduttiva». Sulla base di quanto emerge dall’analisi, sembra quindi confermarsi l’uscita dalla recessione ed il rafforzamento dell’economia: dopo un’inversione di segno già dal 2014, in particolare per Lombardia ed Emilia-Romagna, per il 2015 si stima una crescita più ampia che colloca le tre regioni ai primi posti: l’incremento del PIL risulta dell’1,3% per la Lombardia e dell’1,1% per Veneto ed Emilia Romagna. Nel quadro di un diffuso rafforzamento della crescita nel biennio 2016-2017, la macroarea manterrà la sua leadership a livello nazionale con un incremento del 2% per il 2016 e dell’1,8% per il 2017. Le positive previsioni per il 2015 nelle tre regioni incorporano i benefici che dovrebbero scaturire dall’Expo, soprattutto nella parte centrale dell’anno, ma anche da dinamiche più vivaci per l’export, gli investimenti ed i consumi delle famiglie. Le esportazioni, supportate dalla debolezza dell’euro e dalla vivacità della domanda mondiale, trainano la ripresa e segneranno nel 2015 un’accelerazione complessiva per la macroarea del 5,6%, confermando la crescente importanza dei mercati esteri sulle economie regionali. Dopo le flessioni del biennio 2012-2013 e il lieve aumento nel 2014, nel 2015 anche i consumi delle famiglie registreranno una crescita più robusta pari all’1,8%, offrendo un contributo importante all’aumento del PIL della macroarea. La spesa per consumi pubblici sarà l’unica componente in diminuzione. Il 2015 sarà un anno di crescita per tutti i settori della macroarea, ma con qualche differenza regionale. L’industria e i servizi cresceranno in tutte e tre le regioni in modo abbastanza omogeneo, con un aumento complessivo, rispettivamente, dell’1,6% e dell’1,2%. Il comparto delle costruzioni, che ha risentito pesantemente della crisi, registrerà per la prima volta un lieve incremento del valore aggiunto per la Lombardia, mentre per il Veneto la variazione è nulla e ancora lievemente negativa per l’Emilia Romagna. Questi scenari di previsione si inseriscono in un quadro internazionale che presenta tendenze non omogenee e frammentate. L’economia americana non presenta segnali univoci sull’intensità della ripresa in atto: le previsioni del PIL degli Stati Uniti confermano l’accelerazione (2,8%), ma con un passo più lento rispetto a quanto prefigurato tre mesi fa. In Europa si conferma la ripresa (1,4%) ma il recupero rimane più debole rispetto a quello statunitense, soprattutto per le difficoltà sul fronte del mercato del lavoro e degli investimenti. Per quanto riguarda le aree emergenti, se per Cina ed India l’economia cresce a ritmi sostenuti, Brasile e Russia sono in fase di decelerazione (o di recessione, come nel caso della Russia).