E’ stato riorganizzato ed inaugurato il giardino dei Carmelitani Scalzi di Venezia, a pochi metri dalla stazione ferroviaria di S. Lucia, e sarà fruibile attraverso visite guidate. Da questo giardino, ex orto, i padri hanno coltivato, prodotto e distribuito negli anni la famosa acqua di Melissa. Come ha ricordato il priore del convento, padre Roberto Magni, “siamo davanti a un giardino mistico come luogo dell’incontro e del dialogo con Dio, secondo la tradizione carmelitana». Nel giardino si susseguono 7 aree principali, come i giorni della Creazione. Anche il numero delle piante è ripreso dalla simbologia numerica della Bibbia, mentre la scelta delle varietà dipende dalla tradizione botanica o da leggende di fede popolare. L’area verde si sviluppa in un prato, luogo di aggregazione, 8 vasche di erbe aromatiche e medicinali più una di maggiore estensione riservata proprio alla melissa, la pianta medicinale da cui i Carmelitani da alcuni secoli traggono l’acqua dalle proprietà terapeutiche che un tempo si produceva proprio a Venezia e che è espressione della vocazione farmaceutica degli orti carmelitani: «Non dimentichiamo che “la farmacia del Papa’ è gestita a Roma dal ’600 dai Carmelitani e che il convento di S. Anna a Genova – il primo fondato in Italia- ha una delle più antiche farmacie», ha ricordato l’arch. Forti, curatore del restaurato “giardino mistico”. Nell’area conventuale degli Scalzi ci sono poi l’orto alimentare e la vigna costituita dalle varietà di vitigni presenti storicamente a Venezia. Tra i vitigni troverà posto anche uno proveniente dalla Terra Santa, portato da padre Graziano Pesenti di ritorno da un soggiorno sul Monte Carmelo negli anni ’40. Dietro alle viti, il frutteto, gli ulivi e infine il bosco e un’aiuola con alberi che richiamano la passione di Cristo. Ai lati il giardino fiorito, le rampicanti e due aiuole con piante significative per altri popoli, ma espressione di valori importanti anche per il cristianesimo: il caco e il kiwi, simboli di pace e di carità nelle culture giapponese e maori. Come in tutti i giardini veneziani, c’è la porta d’acqua, la cappella della Madonna e roseti.