La batata (Ipomoea batatas) meglio conosciuta come patata dolce o patata americana, è tra le prime dieci colture al mondo. La sua “ecologia” richiede un clima sub e tropicale, aree deve è molto prodotta e consumata. In Italia è considerata una coltura di nicchia (600 ettari per circa 13.000 tonn.). La quasi totalità della produzione nazionale, ben l’80%, avviene nel Veneto (famosa quella padovana di Anguillara veneta e Stroppare), su una superficie vicina ai 500 ettari (480) per complessive circa 10.000 tonnellate. È una coltura storica, sembra importata dall’America addirittura da Cristoforo Colombo; nel Basso Veneto risulta introdotta dal medico e botanico padovano Giuseppe Antonio Bonato che, attorno al 1812, nelle province di Padova, Rovigo e Venezia riscontrò condizioni favorevoli alla coltivazione. La patata americana possiede ovviamente un alto contenuto di zuccheri e per questo risulta molto nutriente. Può essere lessata o cotta al forno e per questo si adatta a diversi usi culinari. Ottimi gli gnocchi serviti con la cannella. È utilizzata inoltre per impieghi industriali (produzione di fecola e alcool) e come coltura da foraggio. Una nicchia interessante che fa sorgere l’esigenza di approfondire e migliorarne la gestione tanto sotto il profilo varietale che agronomico e fitosanitario, per intercettare un crescente segmento di consumatori nazionali ed europei. L’approfondimento tecnico proposto dai tecnici di Veneto Agricoltura presso il proprio Centro Sperimentale ortofloricolo “Po di Tramontana”, Rosolina (Rovigo) il 24 novembre  dalle ore 09:45 si propone proprio questi obiettivi che potrebbero permettere anche interessanti incrementi economici ai produttori.

 

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