Da gennaio a marzo 2018, lo scrittore veneziano Tiziano Scarpa (54 anni) gestisce e coordina un Laboratorio di scrittura per studenti e neolaureati di Ca’ Foscari; intanto, presso la sede di CFZ, Scarpa ha presentato il suo laboratorio a tutti gli interessati (per info: eventi@unive.it). Francesca Isotta di CafoscariNews l’ha intervistato. Scarpa: “L’università fa immergere nei testi con atteggiamenti commentativi dopo che i testi siano già stati scritti da altri. Un laboratorio di scrittura invece ha un atteggiamento quasi opposto, i testi non li dà per scontati ma si pone il problema (e il piacere) di idearli e costruirli”. Cosa si aspetta da questo laboratorio e dalle persone che vi parteciperanno? “Cosa verosimilmente succederà e che mi aspetto succederà è che ci sia qualche benefico equivoco. Ci saranno persone che scrivono o che hanno scritto romanzi, poesie etc. e che non avrò modo di esaminare, lo scopo non è questo. Mi auguro che buona parte delle persone prenda parte al laboratorio anche senza avere necessariamente interessi letterari. La scrittura è sempre più parte della vita, nessuno può vivere senza saper scrivere. E’ necessario per la vita di società. Se io penso alla mia vita da studente universitario a 20 anni si trattava di scrivere raramente lettere su carta. Oggi si scrive tantissimo. Scrivere è da tutti nel senso che da tutti viene richiesta una prestazione di scrittura che fino a pochi anni fa non era richiesta. La vita non era fatta di scrittura, si poteva vivere anche senza scrivere. Non c’erano post, tweet, status. Ci siamo trasformati in avatar alfabetici. Gran parte della nostra personalità la affidiamo con una certa sconsideratezza alla scrittura”. E ancora: “Se noi leggiamo un romanzo del Settecento o dell’Ottocento, vediamo che le persone si scambiavano tantissimi bigliettini, non si telefonavano, non si mandavano mail ma questo scambio continuo era un metodo pratico per avvertire di contrattempi, prevenire certi danni, fissare appuntamenti, avvertire le persone. Quei bigliettini non sono stati scritti bene, a noi rimangono gli epistolari. Noi abbiamo un’idea un po’ distorta perché ci è rimasto il meglio. E’ come se di quest’epoca ci rimanessero solo i libri e di quei messaggini più niente. Quella che è cambiata è la tempestività, il tempo fra la redazione di un testo e il suo invio. Non si scrive peggio ma si rilegge di meno”. Parlando del “suo” Laboratorio ha precisato: “si entrerà nel vivo della sintassi e del lessico. Consiglio di scrivere e di prepararsi a guardare le scritte che foderano e tappezzano il mondo, le forme brevi come gli annunci, gli avvisi, le pubblicità, gli aforismi. Ci dovranno essere momenti di lavoro sia pratico sia riflessivo”. Tiziano Scarpa (foto), oltre che romanziere, è autore di poesie, di programmi radiofonici (come Pop corn, 1997; La visita, 2006; La musica nascosta, 2008) e scrive testi teatrali (tra cui Comuni mortali, 2007; L’inseguitore, 2008; L’ultima casa, 2011; L’infinito, 2011). Negli anni Ottanta ha anche sceneggiato alcuni fumetti per Frigidaire. Ha collaborato per diversi quotidiani e riviste ed è stato tra i fondatori della rivista on-line Il primo amore e del blog Nazione Indiana. Prima di vincere con Stabat Mater (2009) il Premio Strega e il SuperMondello, ha pubblicato altri romanzi, come Occhi sulla graticola (1996) e Kamikaze d’occidente (2003). Tra gli ultimi scritti: Le cose fondamentali (2010).