In 30 anni, le onde prodotte dal passaggio delle navi dirette a Marghera ha portato all’erosione di un milione di metri cubi di sedimenti lagunari, lungo un canale di due chilometri. Ogni anno oltre 30.000 metri cubi di suolo e fondale vengono sottratti dai margini del canale e da aree protette per la conservazione della fauna quali la cassa di colmata B, dove è stato stimato un arretramento medio della linea di costa di 3-4 metri all’anno.  Sono i dati elaborati e da poco pubblicati su Plosone da un team internazionale di ricercatori, guidati da scienziati dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr e dell’Università Ca’ Foscari Venezia, che ha indagato e messo in luce gli effetti sulla morfologia del traffico navale all’interno della Laguna di Venezia. Lo si è appreso dal magazine news dell’ateneo veneziano. La ricerca in campo affiancata ad un’analisi spaziale di telerilevamento, hanno evidenziato gli studiosi, ha posto in risualto come le aree presenti ai margini del canale Malamocco-Marghera siano in forte erosione sotto l’azione delle onde prodotte dal passaggio delle navi, attualmente, in prevalenza il traffico commerciale di grosso tonnellaggio diretto verso il porto industriale. I risultati dell’indagine dimostrano come, a più di 40 anni dallo scavo, la sezione del canale navigabile non abbia ancora raggiunto un profilo di equilibrio probabilmente a causa dell’aumento progressivo dell’intensità del traffico e della dimensione delle navi. Lo studio rappresenta un approfondimento su quali siano gli effetti conseguenti alla navigazione in canali confinati e di porre l’attenzione sulla necessità di individuare strategie per la mitigazione degli impatti, in vista di un aumento dei transiti con la prevista deviazione del traffico crocieristico lungo la rotta Malamocco-Marghera.

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