L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha selezionato un team italiano, fra decine di proposte provenienti da tutta Europa, per migliorare i metodi di diagnostica medica per gli astronauti durante le missioni nello spazio, nell’ambito di un contratto da 150 mila euro. Il team vede la collaborazione della società di ricerca e ingegneria veneziana, S.A.T.E. S.r.l. dell’ing. Attilio Brighenti e dei suoi figli, come contrattista principale e del Servizio di Ingegneria Clinica della AUSL di Modena, diretta dall’ing. Massimo Garagnani, come subcontrattista. La S.A.T.E. già nel 2013 e nel 2014 ha vinto due bandi ESA, per sviluppare algoritmi e programmi software diagnostici per l’estrazione di informazioni utili alla prevenzione di guasti dall’enorme flusso di dati utilizzati nelle sale di controllo di volo delle sonde spaziali e dei satelliti dell’Agenzia. D’altro canto la AUSL di Modena possiede uno dei più avanzati ed estesi sistemi informativi esistenti in Europa, sia per la quantità che per la qualità dei dati: il Servizio di Ingegneria Clinica raccoglie ogni anno più di 600.000 immagini diagnostiche, mentre il laboratorio centralizzato di analisi fornisce oltre undici milioni di test all’anno. In una nota è sottolineato che la S.A.T.E. e la AUSL di Modena si integrano perfettamente in questo progetto, l’una mettendo a disposizione competenze e tecnologie per l’estrazione di conoscenza, l’altra la competenza medica e l’estesa base dati necessarie alla validazione delle tecniche. Grazie a questa complementarietà, alla qualità del background delle organizzazioni e delle persone proposte e dell’approccio di studio e validazione proposto, hanno ricevuto la fiducia dell’ESA. Il nuovo progetto di ricerca, iniziato il 4 maggio scorso, metterà a punto metodi innovativi che permetteranno l’analisi simultanea di più parametri, individuando caratteristiche e pattern specifici per ogni soggetto associate all’evoluzione del suo stato di salute. La base dati, trattati nel pieno rispetto della privacy dei pazienti, comprende anche analisi ripetute e combinate per diverse centinaia e migliaia di pazienti, consentendo perciò di ricercare significative evoluzioni delle analisi e la loro associazione e correlazione con le diagnosi mediche standard. Questa visione della diagnostica e dell’utilizzo delle analisi cliniche, ancora al di fuori della pratica medica standard, potrà portare benefici che non si fermeranno all’impiego nello spazio, ma potranno essere utilizzate in futuro anche dai medici dei pazienti “terrestri” nell’interpretazione dei test di laboratorio, evidenziando eventuali deviazioni combinate di parametri apparentemente normali, se valutati singolarmente, ma, se incrociati, in grado di indicare possibili alterazioni della salute, già inatto o in evoluzione. Questo progetto innovativo potrà quindi essere un forte impulso per lo sviluppo di nuovi strumenti e metodi innovativi a vantaggio della prevenzione e della salute di tutti.

 

Lascia un commento