Una vera rinascita per la storica vetreria Pilkington di Porto Marghera, grazie ai 29 milioni di euro stanziati dalle Regioni Veneto e Abruzzo, dal Ministero dello Sviluppo e Invitalia, con la cerimonia di riaccensione del forno di produzione del “float” dello stabilimento, dopo cinque anni di stop a causa della crisi del settore ed economica in generale. La riapertura del forno nella sede veneziana della Pilkington, azienda giapponese di produzione di manufatti in vetro, è stata un fatto straordinario, nell’area di Porto Marghera. Un evento degno dei festeggiamenti del centenario del polo industriale e che restituisce speranza, nel panorama di chiusure e cessazioni cdi attività produttive degli ultimi anni. All’epoca della fermata del forno, ricorda una nota della Cgil, c’era già l’ottica già proiettata verso il futuro dell’azienda e dei sindacati; ciò consentì di bloccare il funzionamento dell’impianto senza comprometterne una possibile riapertura, facendo in modo di agevolare un’eventuale ripartenza. Così le macchine furono spente in maniera graduale, per non comprometterne l’eventuale funzionamento e la previsione è stata sempre quella di non chiudersi alcuna strada, circa una possibile rimessa in funzione dell’azienda. A distanza di quasi 5 anni, vista la necessità di fermare per manutenzione altri 2 impianti in Germania, l’azienda ha puntato di nuovo su Porto Marghera per coprire la domanda di manufatti, che altrimenti sarebbe stata insoddisfatta. Per il presidente della Regione Veneto: “Porto Marghera sicuramente dovrà essere riqualificata ma sempre nell’alveo di una manifattura di qualità e di un business sostenibile”-. “Qui alla Pilkington – ha aggiunto – si è lavorato già prima con le politiche attive del lavoro, con gli ammortizzatori sociali e quindi con l’accompagnamento di 40 lavoratori fuori dal processo produttivo e dall’altro mantenendo l’occupazione per i 134 lavoratori e oggi per queste 57 nuove assunzioni. Tra l’altro sono quadri, ingegneri, tecnici e questo ci fa ben sperare anche rispetto ad un investimento futuro”. Il programma di rilancio produttivo e occupazionale garantirà il pieno rientro dei 134 dipendenti in contratto di solidarietà da anni e l’assunzione di 57 nuovi tecnici. Non solo: grazie al programma comunitario Garanzia Giovani, verranno inseriti in azienda circa 60 giovani ricercatori, ingegneri e quadri. “Nel novembre 2012 andai in Pilkington in una triste serata, quella in cui venne spento l’alto forno” – ha detto l’assessore veneto al lavoro. “Negli occhi dei lavoratori vidi lacrime di commozione e così decidemmo di continuare a seguire questa realtà industriale anche con l’applicazione di una buona politica pubblica. Una politica veloce a dare risposte, trovando soluzioni di concerto con le parti sociali, convincendo capitali stranieri a investire nel nostro territorio. Per me – ha concluso l’assessore – è stato un vero onore spingere il pulsante del forno di produzione assieme ai lavoratori. Una bellissima storia a lieto fine in cui la Regione del Veneto è stata protagonista”.