Nell’ambito degli eventi G7, a Bergamo il convegno “Il biologico come modello di sistemi agricoli sostenibili”. A due anni dalla condivisione della Carta del biologico a Expo Milano 2015 e a partire dalle esperienze dei Paesi del G7 e delle principali organizzazioni internazionali. Il convegno è stata l’occasione per presentare “La Carta del biologico di Bergamo”, una dichiarazione comune per dare rilievo all’agricoltura biologica come strumento di trasformazione dei sistemi agricoli mondiali per il contrasto ai cambiamenti climatici e per la lotta alla fame. La Carta mira anche a riconoscere il ruolo svolto dagli agricoltori nella tutela e salvaguardia all’ambiente, della biodiversità e del paesaggio rurale. L’agricoltura biologica rappresenta, è detto in una nota del ministero delle politiche agricole, un’innovazione in campo agricolo e alimentare dell’ultimo secolo basata su un modello socialmente inclusivo e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Il suo successo globale è dimostrato dagli oltre 2 milioni di operatori in 164 Paesi che partecipano alla produzione di alimenti impiegando risorse locali, riducendo la dipendenza da fattori di produzione esterni e aumentando la propria resilienza nonostante i cambiamenti climatici. “Il modello agricolo italiano – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina (foto) – è tra i più sostenibili in Europa. La produzione biologica nel nostro Paese conta oltre 1,8 milioni di ettari coltivati e circa 73 mila operatori. Abbiamo introdotto per la prima volta le mense biologiche certificate e rafforzato le norme sui controlli, ma dobbiamo continuare a lavorare sul piano internazionale per un sostegno sempre maggiore a questo settore. La sostenibilità è una chiave centrale per la crescita e la competitività dei sistemi agroalimentari. Affronteremo questo tema cruciale nel corso della riunione ministeriale del G7 il 14 e 15 ottobre e il contributo presentato ora rappresenta una base di confronto importante”.

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