I gravi eventi occorsi negli ultimi anni nel mare Adriatico, tra cui i casi eclatanti della Und Adriyatic e della Norman Atlantic, hanno evidenziato la necessità di implementare la capacità di risposta dei Vigili del fuoco in caso di emergenze antincendio in mare. Da questa esigenza è nata l’idea di organizzare la giornata di approfondimento, voluta dalla Regione e dalla direzione regionale dei Vigili del fuoco Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di rappresentare un punto di partenza per i Vigili del fuoco italiani, sloveni e croati, per una collaborazione sinergica nella costituzione di un sistema di risposta omogeneo e coordinato. Da queste premesse il primo seminario internazionale “Antincendio in mare – Sea firefighting” a Trieste, il 13 maggio, con inizio alle 9, nel salone di rappresentanza della Regione, in piazza Unità d’Italia. Molti i relatori stranieri annunciati, tra cui il comandante dei Vigili del fuoco istriani Dino Kozlevac, i rappresentanti dell’Università di Portorose (Slovenia) e della Scuola di formazione dei Vigili del fuoco sloveni. Previsti gli interventi degli esponenti dei progetti Maritime Incident Response Group (Mirg) della Finlandia, Toni Fohlin e dell’Olanda, Jeroen Zonnevijlle, quest’ultimo in videoconferenza da Middelburg (Paesi Bassi). Saranno presenti all’evento anche il comandante generale dei Vigili del fuoco croati, Slavko Tucakovic, il responsabile della Protezione Civile slovena, Zvezdan Bozc, il commissario di Governo del Friuli Venezia Giulia, Francesca Adelaide Garufi, e il comandante della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Trieste, Natale Serrano. Il modello a cui si vuole fare riferimento è il cosiddetto Mirg, già sperimentato da inglesi, francesi, belgi, olandesi e finlandesi e divenuto un riferimento internazionale del settore. Esso prevede l’intervento a bordo della nave incendiata, tramite elicottero o imbarcazione veloce, di una squadra altamente specializzata ed addestrata di Vigili del fuoco, formati in modo specifico sull’ambiente nave e sull’eli-trasporto. Trattandosi di interventi che richiedono un’alternanza di più squadre operative, emerge la necessità di una collaborazione sinergica di più Paesi, non potendo una sola nazione affrontare i costi della preparazione e del mantenimento delle diverse squadre.

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