A Gemona del Friuli cerimonie alla caserma Goi-Pantanali ed al monumento di piazzale Emanuele Chiavola, inaugurato nell’aprile 2011 dall’Associazione nazionale dei vigili del Fuoco, per ricordare i 29 militari, soprattutto alpini della Julia, e i quattro vigili del Fuoco vittime del terremoto del 6 maggio 1976 e nella successiva opera di soccorso e ricostruzione. Vi hanno preso parte sindaci del Friuli, rappresentanti della prefettura, della Regione e dei VV.FF. presenti anche numerosi parenti dei giovani alpini scomparsi tra le macerie della caserma di Gemona del Friuli. Antonio Alfano, Sabatino Bocchetto, Amato Celli e Antonio Pedone, assieme all’imprenditore pordenonese Pio Francesco Perin, persero la vita nell’incidente occorso durante il volo di rientro dell’elicottero dei vigili del Fuoco avvenuto sul lago di Redona (fra Tramonti e Meduno) nel corso dell’opera di soccorso alle popolazioni terremotate. I 28 soldati invece furono le vittime della scossa di quella drammatica sera del 6 maggio di 39 anni fa, ricordati con una stele nella piazza d’armi della caserma gemonese, sulla quale figura anche il nome del capitano dell’Aeronautica canadese Ronald Mc Bryde, perito nella caduta del suo elicottero durante le operazioni di soccorso successiva al sisma che sconvolse il Friuli e che a Gemona causò 400 vittime. “Sono onorata e commossa di aver rappresentato a Gemona la Regione a 39 anni dal terremoto che rappresenta tuttora, seppure dalla profondità del suo dolore, l’evento che ha delineato il profilo dell’identità friulana”, come lo definito l’esponente della Regione FVG. “Il ricordo, più in generale, va alle quasi mille vittime del terremoto che flagellò gran parte delle province di Udine e Pordenone, tra cui i giovani che abbiamo commemorato a Gemona, e alle loro famiglie, da cui per prime partì la forza di risollevarsi, la convinta fiducia nel futuro”