Il costo dell’asporto rifiuti continua a salire: quest’anno le famiglie e le imprese italiane pagheranno 9,1 miliardi di euro. E gli aumenti che interesseranno le attività produttive doppieranno l’inflazione.
Tra il 2017 e il 2016, infatti, i negozi di frutta, i bar, i ristoranti, gli alberghi e le botteghe artigiane subiranno un aumento della tariffa dei rifiuti oscillante tra il 2 e il 2,6 per cento. Per le famiglie, invece, l’incremento sarà leggermente più contenuto. Per un nucleo con 2 componenti la maggiore spesa sarà del 2 per cento, con 3 dell’ 1,9 per cento e con 4 dello 0,9 per cento. Per l’anno in corso, viceversa, l’inflazione è prevista in aumento dell’1,2 per cento. Stando alla Cgia di Mestre continuiamo a pagare di più, nonostante la produzione dei rifiuti abbia subito in questi ultimi anni di crisi una contrazione di 3 milioni di tonnellate, l’incidenza della raccolta differenziata sia aumentata di 20 punti percentuali e la qualità del servizio non abbia registrato alcun miglioramento. Anzi, in molte grandi aree urbane del paese è addirittura peggiorata. Per avere un quadro di una città, come quella di Venezia e Mestre, questi sono i dati forniti dalla multiutility Veritas spa: nel centro storico di Venezia e nelle isole di Murano e Burano, i rifiuti sono raccolti in maniera differenziata, con il sistema porta a porta. Carta cartone e tetra pak devono essere inseriti esclusivamente in sacchetti di carta o legati insieme con lo spago. Le modalità di conferimento sono diverse a seconda delle zone. A giugno 2017, la raccolta differenziata nel Comune è arrivata al 54,32% (53,81% nell’intero 2016). Nel centro storico di Venezia, Murano, Burano e Torcello è al 27,94%. A Mestre la raccolta differenziata avviene per mezzo di cassonetti (foto) e campane di tipo e colore differenti, a seconda della tipologia del rifiuto. I cassonetti per il rifiuto secco sono chiusi da una calotta che si apre solo con una tessera nominativa, o una chiave elettronica, consegnata a ciascun utente.