Con il via libera definitivo dopo il secondo esame in consiglio dei ministri si concretizza il Reddito d’inclusione (ReI), lo strumento di contrasto alla povertà che sostituisce il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e anche l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione e che partirà il prossimo primo gennaio, come ha confermato una nota di Adico (ass. difesa consumatori di Mestre). La misura consiste in un assegno mensile di importo variabile dai 190 fino ai 485 euro in caso di famiglie molto numerose per una durata massima di 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Beneficiarie della misura saranno le famiglie con un Isee non superiore ai 6 mila euro, un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore ai 20 mila euro e un patrimonio mobiliare massimo tra i 6 mila e i 10 mila euro a seconda del numero dei componenti del nucleo. Priorità, almeno nella fase iniziale di introduzione, alle famiglie con figli minorenni o disabili,donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55. Nelle intenzioni del governo, aveva spiegato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dopo il primo via libera a giugno, lo strumento dovrebbe coinvolgere circa 660 mila famiglie, di cui 560 mila con figli minori. Sul tavolo il governo ha messo 1,7 miliardi di euro destinati a crescere ad almeno 2 miliardi l’anno. Lo strumento di accesso al beneficio sarà la carta Rei, dove verrà materialmente caricato l’importo. Si tratta di una carta con cui sarà possibile acquistare una serie di beni, utilizzabile anche come bancomat per prelevare fino alla metà dell’importo erogato mensilmente. Contestualmente alla ricezione del sostegno, i beneficiari dovranno però partecipare a un progetto di reinserimento sociale e nel mondo del lavoro. Il provvedimento fissa però dei paletti per l’accesso alla misura. Non potranno ottenere il Rei i proprietari di imbarcazioni, o auto e moto immatricolati nei 24 mesi precedenti la richiesta del sussidio. Sono previsti desk dedicati nei comuni e pratiche “sprint” in modo da ottenere il via libera, se ci sono i requisiti, entro 20 giorni. Possono fare richiesta i cittadini italiani, i comunitari e gli extracomunitari con permesso di lungo soggiorno.