L’Autorità di Sistema Portuale, insieme alla Regione Veneto, al Comune e alla Città Metropolitana di Venezia e alla Camera di Commercio, nei giorni scorsi al Tavolo sullo sviluppo della Zona Franca, organizzato a Roma dal sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta. Al tavolo sono state discusse, informa una nota, le linee strategiche e operative volte allo sviluppo della Zona Franca del Porto di Venezia. Un ampliamento della Zona Franca infatti è un driver importantissimo per il Porto di Venezia e va fatto in piena sintonia con il Piano Regolatore Portuale e con il Piano di Assetto Territoriale.
La zona franca di Venezia oggi consta in 8000 mq e potrebbe comportare rilevanti benefici economici, amministrativi, burocratici e di sicurezza. Va quindi considerata una opportunità, non la panacea di tutti i mali, e in tal senso va inquadrata nella prospettiva di un continuo processo di “re-shoring” di Porto Marghera. È infatti vero che a Porto Marghera esiste già un “punto franco” ma è troppo piccolo per poter essere pienamente utile ad un disegno più ampio. La sua stessa ubicazione può essere di certo utile a molti ma non a tutti. I passi necessari quindi dovranno essere quelli di ampliare l’area e estenderla “a macchia di leopardo”, demandando all’AdSP la competenza a poter variare e modificare la relativa estensione e ubicazione, per posizionarla esattamente dove serve, rendendola quindi capace di portare vantaggi a zone diverse di Porto Marghera. I traguardi, con perseveranza e impegno, possono essere raggiunti. La prima sfida intanto rimane quella di ampliare e diversificare la Zona Franca di Venezia sulla base della proposta che emergerà congiuntamente dalle categorie, dalla comunità portuale e dalle istituzioni veneziane e che richiede, per essere applicata, un decreto interministeriale.

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