Le risoluzioni sulla missione navale in Libia sono state approvate. Montecitorio ha accolto la risoluzione con 328 voti a favore (i contrari sono stati 113). Il Senato ha approvato le due risoluzioni presentate, una dalla maggioranza e una da FI sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali per far fronte agli sbarchi di migranti. Con la risoluzione di maggioranza in Senato si chiede al governo di impegnarsi a “informare le Camere, entro il 15 ottobre 2017, sull’andamento della missione; a continuare tutte le azioni di cooperazione, dialogo e diplomazia con i Paesi al confine meridionale della Libia e con i Paesi di provenienza dei flussi migratori, cercando con essi le misure più adeguate alla risoluzione del problema”. La risoluzione di FI, come informa una nota dell’Ansa, impegna il governo a operare “a livello diplomatico nelle opportune sedi internazionali e nell’ambito delle relazioni bilaterali affinché nessuna iniziativa unilaterale non coordinata possa pregiudicare l’efficacia della missione” e ad impegnarsi a “determinare conseguenze concrete per quelle ONG che, non sottoscrivendo il codice di condotta, si sono poste fuori dal sistema di soccorso condiviso”; a sostenere l’istituzione di “centri di protezione e assistenza in territorio libico per i migranti soccorsi in mare gestiti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)”: Inoltre è stato deciso che verranno elaborati programmi operativi e “progetti di cooperazione in territorio africano nelle aree di partenza o passaggio del flusso migratorio al fine di ridurre la pressione sulle coste libiche”. Nelle risoluzioni è stato inserita la garanzia che si andrà “assicurare un più veloce esame delle richieste di asilo, anche in vista di successive operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari”. Una nave logistica ed un pattugliatore italiano supporteranno la Guardia costiera libica, operando in accordo con le autorità di Tripoli (foto Ansa). I militari impegnati potranno usare la forza “in modo limitato, graduale e proporzionale”, rispondendo se attaccati. In definitiva, come detto dal ministro della Difesa Roberta Pinotti si tratta di una missione di appoggio e supporto alla Marina e alla Guardia costiera libica che utilizzerà mezzi dell’operazione Mare sicuro, composta da circa 700 militari: coinvolti in questa fase quattro o cinque navi e altrettanti aerei, forse droni e un sottomarino, e centinaia di militari, comandati da un ammiraglio a bordo di una fregata Fremm. È previsto che l’Italia fornisca anche una piattaforma per riparare i mezzi navali libici. L’operazione Mare Sicuro costa 39 mln.