C’è una “discarica africana”, dove tutto può accadere: è nell’ex base missilistica di Conetta, frazione di Cona (Venezia), non lontano da Chioggia; qui, ci sono 1.500 immigrati mentre i residenti sono 190. La situazione ha dell’inverosimile e potrebbe nuovamente essere oggetto di manifestazioni all’interno di questo punto di accoglienza a causa di troppe persone o per la forte calura di questi giorni o perchè gli spazi che sono davvero ridotti al minimo. A Conetta c’è il flop dell’accoglienza: a dirlo sono i cittadini, ma non solo. Il sindaco di Cona (3 mila abitanti) Alberto Panfilio è tornato a protestare per l’elevata presenza di immigrati. “Questa concentrazione dev’essere risolta dai vertici politici italiani che finora hanno fallito. Auspico, ma ho poca fiducia, che questo governo ritorni a ripensare a delle soluzioni. Questo centro era nato nel luglio 2015 per ospitare 15 migranti. In agosto erano già 300. Già allora sentivo i governanti parlare di necessità di sfoltire le fila ma siamo arrivati ora a 1500”. Presenze, secondo il sindaco, che “hanno cambiato le abitudini di Cona. Questo è il fallimento dell’accoglienza e dell’organizzazione. A questo punto torno a chiedere – ha concluso Panfilio – un nuovo tavolo per cercare soluzioni che non siano quelle fallimentari dell’accoglienza diffusa. Serve un progetto nuovo, un’attenzione particolare a queste criticità, ma se la politica se ne dimentica ancora nuovi incidenti potrebbero accadere”. Sul caso Conetta è intervenuta tempo fa anche Sara Moretto, parlamentare del Pd, che ha scritto una lettera a Federico Gelli, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione. Si tratta di “una situazione che rischia di degenerare da un momento all’altro e che va affrontata con assoluta celerità”. Non c’è stato alcun seguito: per la cronaca la prefettura di Venezia ha un nuovo prefetto il quale, poco dopo il suo insediamento, aveva detto che la situazione a Conetta “andava alleggerita”. Anche al ministero dell’interno c’è un nuovo ministro (Marco Minniti) al quale gli esasperati residenti di Conetta tornano a chiedere un intervento, al di là degli importanti impegni che sta portando avanti con le autorità della Libia affinchè siano fermati gli sbarchi in Italia e per proporre dei “bonus” (3 mila euro, cad.) a coloro che rinunciano alla trasferta e accettano di restare nel loro paese per poter avviare una attività artigianale, comunque lavorativa. Da pochi giorni il CdM ha approvato di inviare delle unità navali italiane davanti alle acque libiche per contrastare e dirottare, d’intesa con le autorità di Tripoli, nuovi viaggi di navi Ong o gommoni carichi di nuovi profughi.