E’ stata fatta franca per oltre due anni. Aereotaxi a Venezia – per lo più stranieri – operanti a prezzo agevolato al di fuori dei tradizionali voli delle compagnie aeree, e riservati a non più di 19 persone per volo diretto a destino, con la comodità, tra l’altro, di evitare code agli imbarchi e sbarchi e i tempi di attesa per il disbrigo dei bagagli. L’operazione è stata al centro di verifiche della Gdf perchè è stato accertato che non veniva pagata la tassa erariale per ciascun passeggero. Ufficiali e militari della Compagnia della GdF di Venezia, in servizio al “Marco Polo” di Tessera, hanno appurato, a seguito di recenti indagini svolte su 600 vettori operanti presso lo scalo aereo veneziano che hanno trasportato 30 mila passeggeri, una evasione dell’imposta erariale. Negli anni 2015 e 2016 l’imposta non versata è stata pari a 2,2 mln di euro. Ciascuna delle società di aerotaxi è obbligata a versare una tassa per ogni singolo passeggero. La Gdf (foto GV) ha spiegato che l’imposta è dovuta dalla compagnia aerea per tutte le tratte con partenza e/o arrivo sul territorio nazionale, con un importo che varia tra i 100 e 200 euro, in relazione ai chilometri percorsi (100 euro in caso di tragitto oltre i 100 Km ma non superiore a 1.500 km e 200 euro per distanze superiori ai 1.500 Km). E’ stato accertato che le compagnie aeree non in regola con l’erario italiano sono per la maggior parte dei casi straniere che forniscono il trasporto con aereotaxi consentendo alla propria clientela di raggiungere comodamente la città di Venezia senza utilizzare i più affollati voli di linea, in particolare nel periodo di alta stagione turistica. Le verifiche fatte dalla GdF hanno avuto anche l’obiettivo di contrastare la concorrenza sleale tra operatori del settore.