Per iscriversi al Corso sull’architettura palladiana che indaga per la prima volta il disprezzo di Palladio per l’architettura tradizionale c’è ancora poco tempo. Oggi lo vediamo come cultore classico ma dell’architettura tradizionale del proprio tempo Andrea Palladio aveva una opinione precisa: vecchia, brutta e senza nessuna grazia. Al tempo di Palladio gli edifici intorno a lui erano costruiti seguendo logiche utilitarie, senza un progetto preciso, ed esibivano marmi preziosi e intonaci colorati. I nuovi edifici palladiani erano invece frutto di un progetto razionale, dove ogni elemento era in proporzione matematica con gli altri. Erano bianchi come quelli di marmo dell’antica Roma, ma era un trucco low-cost perché ottenuto simulando la pietra grazie ad un intonaco mischiato a polvere di pietra, il famoso marmorino. Per farla breve, un edificio come palazzo Barbaran da Porto doveva fare alla maggioranza dei vicentini l’impressione che abbiamo provato tutti di fronte alle forme avveniristiche del Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry. Ma è anche vero che Palladio era cresciuto fra gli edifici tradizionali, da essi aveva imparato segreti del costruire, e in molti casi li aveva “tradotti in latino” nelle sue nuove realizzazioni. Il prossimo corso palladiano del Centro Internazionale di Studi di Architettura di Vicenza per la prima volta indaga proprio questo aspetto: la relazione di Palladio con l’architettura del suo passato prossimo, vale a dire i palazzi e le ville del tardo Quattrocento. Confermata la formula di successo di visite e seminari all’interno dei monumenti presentati. Alcune occasioni uniche, come il sopralluogo, guidati da Howard Burns, al museo della Fabbrica di San Petronio a Bologna, a discutere davanti ai disegni originali in cui Palladio propone di costruire sopra le murature medievali della chiesa una nuova facciata ispirata al proprio linguaggio. Questo il programma: sabato 26 agosto (lezioni in aula): Howard Burns (CISA Andrea Palladio, Vicenza), Palladio e l’architettura del passato prossimo; Donata Battilotti (Università di Udine), La Vicenza del Quattrocento; Fernando Rigon Forte, Alle origini della villa Veneta; Guido Beltramini (CISA Andrea Palladio, Vicenza), Vita di Andrea Palladio e visita al Palladio Museum. Visite (Vicenza): Palazzi dei Porto, palazzo Iseppo Porto, palazzo Negri Salvi, palazzo Sesso Zen, palazzo Thiene, Teatro Olimpico, palazzo Chiericati, Cattedrale, palazzo Valmarana, palazzo della Ragione e logge palladiane, loggia del Capitaniato. Domenica 27 agosto: villa Foscari “la Malcontenta” a Mira, villa Giustiniani a Roncade, villa e tempietto Barbaro a Maser, villa Cornaro a Piombino Dese, villa Emo a Fanzolo, villa Quinto a Spessa. Lunedì 28 agosto: Battistero della Cattedrale di Padova, basilica di Sant’Antonio e altare di Donatello, villa Porto Colleoni a Thiene, villa Capra a Carré, villa Godi a Lonedo, villa Trissino a Cricoli. Martedì 29 agosto: visite (Venezia), palazzo Vendramin Calergi, chiesa del Redentore, complesso di San Giorgio Maggiore, palazzo Ducale, Procuratie Vecchie in piazza San Marco, Santa Maria Formosa, Santa Maria dei Miracoli. Mercoledì 30 agosto: Ca’ Brusà ad Albettone, villa Poiana a Poiana Maggiore, villa Pisani a Bagnolo, villa Capra “la Rotonda”, PalladioLab a villa Gazzotti a Bertesina. Giovedì 31 agosto: villa Badoer a Fratta Polesine, museo di San Petronio a Bologna, palazzo Ranuzzi Ruini Baciocchi. Le iscrizioni chiudono il 16 agosto. E’ richiesta una quota di partecipazione, comprensiva di spese di trasferimenti,ecc. Per info: www.palladiomuseum.org / segreteria@palladiomuseum.org, 0444.323014