“Non ci fermeremo fino a quando tutto l’amianto presente in Friuli Venezia Giulia sarà asportato e smaltito”. Lo ha assicurato l’assessore regionale all’ambiente, Sara Vito, intervenendo alla tappa di Monfalcone del Tour Città Amianto Zero, svoltasi nel nuovo museo della cantieristica, il MuCa. Secondo stime, in Friuli V.G. c’è almeno un mln di tonnelate di amianto. Il progetto del tour – nato da un’idea dell’Anci e coordinato dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Piemonte – è un viaggio a tappe nelle città maggiormente colpite dal problema dell’amianto. Sei eventi, a partire da Casale Monferrato, luogo simbolo per la presenza del maggior stabilimento europeo per la produzione dell’Eternit, che dopo la tappa monfalconese toccherà Bologna, Firenze, Catania e Lecce. “Quando si parla di amianto c’è ancora molto da fare, non solo a Monfalcone e a Trieste dove l’amianto è considerato un dramma per le conseguenze che ha portato, ma in tutta la regione. Serve promuovere – ha evidenziato Vito – momenti di conoscenza e anche azioni di bonifica. Su questo fronte la Regione si è fortemente impegnata con tre linee contributiv, rivolte non più solo ai Comuni ma, da quest’anno, anche direttamente ai cittadini ed alle aziende private che potranno accedere a finanziamenti per rimuovere l’amianto nei loro fabbricati”. L’importanza della manifestazione per la città dei cantieri è stata ricordata dal sindaco, Anna Maria Cisint, che ha precisato come “l’adesione della città di Monfalcone al progetto non poteva essere che totale, tanto che nel nuovo museo della cantieristica, inaugurato sabato scorso, abbiamo voluto dedicare una sala all’amianto. Una piaga per la città – l’ha definita Cisint – perché le malattie correlate e le morti non sono ancora giunte all’apice e molte famiglie continuano a subirne le conseguenze. La tappa del Tour Città Zero amianto è una giornata di svolta perché bisogna guardare al futuro e ragionare sulla prevenzione e sulla formazione”. Le finalità del Tour sono state presentate da Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte, che ha spiegato quanto si voglia “fare un viaggio attraverso l’Italia e offrire delle giornate di formazione, informazione e approfondimento per presentare e raccogliere le esperienze più significative maturate nei territori maggiormente colpiti dal problema amianto”. Le buone pratiche, è stato detto, saranno successivamente messe a disposizione degli amministratori pubblici per realizzare politiche omogenee ed efficaci. A tale proposito è significativa l’esperienza del Comune di Casale Monferrato, città che forse più di tutte ha vissuto il dramma dell’amianto (foto arch.). Il sindaco Concetta Palazzetti, ha ricordato che le bonifiche “sono gestite dalla città perché tutti i cittadini sono coinvolti e sensibili al problema e fanno pressione affinché la bonifica avvenga, soprattutto a tutela delle future generazioni”. A Casale Monferrato – ha raccontato Palazzetti – abbiamo avuto dal Governo i fondi per la bonifica e oggi possiamo dare ai privati un contributo pari al 50 per cento della spesa. I cittadini stanno rispondendo in modo positivo e prevediamo di concludere la bonifica delle coperture di amianto entro il 2020.

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