Mettici la crisi, che di certo aumenta la conflittualità familiare. Ma anche le nuove tecnologie e in particolare i social, che favoriscono le “amicizie” e gli stimoli esterni. E poi, la nuova normativa, che ha dato una spinta decisiva a un trend già consolidato. Secondo Adico (Ass.difesa consumatori)anche nel Veneziano, sia nel capoluogo che nei comuni della provincia, l’esercito delle persone divorziate è sempre più vasto e variegato. A Venezia città, dal 2006 al 2016, i divorzi sono aumentati (dati Istat) di oltre il 40% (41,1%) tanto che, pur di fronte a una diminuzione di residenti, le persone che hanno rotto legalmente il vincolo del matrimonio sono circa 2.400 in più del 2006. “Analizzando i dati della nostra ricerca – ha detto Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – ci si rende conto di come la coppia stia vivendo una forte crisi. Lo abbiamo notato anche dopo aver avviato il nostro sportello sul divorzio breve a metà 2015. C’è stato da subito un boom di richieste d’assistenza e abbiamo anche scoperto che, a parte i problemi di compatibilità che emergono dopo il matrimonio, circa il 10% delle persone che si sono rivolte a noi ha denunciato che il partner ha conosciuto un’altra persona sui social il che fa capire come siano cambiati i tempi. Tempi cambiati come dimostra anche la recentissima sentenza della Cassazione che stabilisce nuove regole sull’assegno di mantenimento dei divorziati”. Sempre guardando al capoluogo, i numeri parlano da soli. Nel 2006 si registrava un divorziato ogni 45 abitanti, ora il rapporto è di uno ogni 32. Da quando, a maggio 2015, il divorzio breve è divenuto realtà, si è avuta una impennata di divorzi con una crescita del 6,6%, superiore a quella degli anni precedenti. L’analisi ha preso in esame anche il trend dei divorzi nei primi dieci comuni (in quanto a numero di residenti) della provincia. Ovunque il numero delle persone divorziate si è impennato negli ultimi dieci anni. Particolarmente rilevante l’aumento che si è verificato a Martellago dove i divorziati sono passati da uno ogni 103 abitanti a uno ogni 51 (+115,5%) e Scorzè, passato da un divorziato ogni 117 residenti a uno ogni 58. In tutte le realtà analizzate comunque il boom è consistente anche se nessuno dei comuni monitorati raggiunge il rapporto divorziati/residenti del capoluogo. “Crediamo che a livello nazionale manchino delle politiche adeguate a favore della famiglie e delle coppie in genere – ha concluso Garofolini – e di certo la conflittualità familiare potrebbe ridursi se la situazione economica fosse migliore. Detto questo, è comunque chiaro che in questi dieci anni le cose siano molto cambiate e continueranno a farlo. Bisogna tenerne conto per riuscire a leggere l’evoluzione che sta vivendo la nostra società e per non restarne spiazzati”.