Decine di tonnellate di pasta finiranno nel piatto delle migliaia di persone che ogni giorno, nei prossimi sei mesi, affolleranno gli spazi di Expo 2015. Turisti e visitatori dell’esposizione universale potranno gustare la prima pasta “ad impatto zero”, grazie all’accordo tra il Pastificio Sgambaro di Castello di Godego (Treviso) e Cir Food – leader in Italia nel campo della ristorazione – che ha scelto per i 17 punti di ristoro allestiti tra i padiglioni la gamma dei prodotti del Mulino trevigiano per qualità e impegno concreto profuso dall’azienda in nome della sostenibilità ambientale. I numeri della sfida sono imponenti. Coldiretti stima che saranno distribuiti 26 milioni di pasti per un giro di affari complessivo nei sei mesi stimato in 320 milioni di euro per gustare (tra colazioni, pranzi, merende e cene) un totale di circa 450 mila tonnellate di cibo. Saranno servite 1,5 milioni di colazioni, 17 milioni di pranzi, 4,4 milioni di merende e 3,1 milioni di cene con una maggiore concentrazione durante i weekend e negli appuntamenti principali. Si tratta – secondo Coldiretti – di una media di oltre 140mila pasti al giorno distribuiti in ristoranti bar-caffetterie, chioschi e postazioni di street food, ma anche nei padiglioni stranieri che sono attrezzati con la propria ristorazione. Per chi non è attratto dalla carne di coccodrillo, dal pesce palla o dagli insetti fritti, può sempre apprezzare un piatto di pasta della sana tradizione italiana grazie alla fornitura di circa 360 tonnellate di spaghetti, pennette, fusilli, in partenza in questi giorni dal cuore della pianura trevigiana con destinazione Milano per incontrare i condimenti e gli esperimenti culinari dei cuochi del gruppo Chic – Charming Italian Chef, che aggiorneranno via via il menù del ristorante “Aromatica” puntando tutto sull’origine tricolore delle materie prime. “A Expo 2015, ci troverete direttamente nel piatto” spiega il presidente Pierantonio Sgambaro. “Per noi non c’è modo migliore di farsi ambasciatori di un’Italia ‘vera’, fatta di aziende che tengono alta la bandiera del Made in Italy puntando sulla qualità. Con questa scelta abbiamo ricevuto il giusto riconoscimento per un lavoro ventennale mirato al miglioramento continuo dei nostri prodotti e alla tutela dell’ambiente: un impegno che ci ha condotti alla produzione della prima pasta certificata a ‘impatto zero’ di CO2”. Una missione cui il Mulino e Pastificio Sgambaro si presenta preparato. Per produrre la propria pasta, infatti, Sgambaro utilizza grano duro 100% italiano certificato. Di questo, circa il 90% proviene da campi distanti al massimo 150 chilometri dal pastificio: “Questa scelta risponde alla volontà ben precisa di limitare al massimo i trasporti” sottolinea Pierantonio Sgambaro. “Cir ha fatto dell’italianità e della sostenibilità due principi fondanti nella gestione dei punti di ristoro all’interno di Expo 2015 e ha trovato in noi un partner ideale”. Con le linee “Etichetta gialla” e “Ristorazione”, infatti, il Mulino e Pastificio Sgambaro è riuscito a centrare l’obiettivo di produrre la prima pasta a impatto zero. In che modo? Per ridurre al massimo la propria impronta ecologica l’azienda ha puntato sulla contiguità tra mulino e pastificio, sull’utilizzo esclusivo di energia proveniente da fonti rinnovabili, sull’acquisto di auto elettriche. Infine sono arrivate le iniziative di compensazione: prima l’adozione dei boschi di Mel (Belluno), e Lusiana (Vicenza), poi il sostegno al progetto Bosco Limite, azioni che evidenziano non solo l’impegno dell’azienda per la sostenibilità, ma anche il suo forte legame con il Veneto e il suo territorio. Ora con la collaborazione con Blue Valley, bacino ittico che attraverso il CCS System punta allo “stoccaggio” di grandi quantità di anidride carbonica nel suolo fangoso della laguna veneta, evitandone la dispersione in atmosfera, Sgambaro mira a un ulteriore salto di qualità: “Investire sulla tutela boschiva è stato un buon primo passo – sottolinea Pierantonio Sgambaro – ma adesso vogliamo fare di più e offrire un prodotto che per la prima volta in Italia sia realmente a impatto zero”. Il tutto, naturalmente, senza perdere di vista la qualità: “Selezioniamo con attenzione le migliori varietà di grano e lo lavoriamo nel massimo rispetto della materia prima, puntando sulla trafilatura al bronzo e sull’essiccazione lenta. Così otteniamo una pasta dall’alto valore proteico e dall’ottima tenuta in cottura, adatta quindi a un contesto di ristorazione come quello proposto a Expo 2015”. Ma la qualità, aggiunge Pierantonio Sgambaro, da sola non basta: “Mi piace pensare che ciò che offriamo ai nostri clienti sia qualcosa che non solo permette loro di mangiare bene e sano, ma che contribuisca anche a migliorare e proteggere l’ambiente”.