A palazzo Ferro Fini è stato presentato il libro ‘Oderzo Veneziana’, proposto dall’Archivio parrocchiale di Oderzo, che tratta la storia della città trevigiana nel periodo della Repubblica Veneta, attraverso i suoi manufatti architettonici ed artistici. Il volume è stato prodotto dagli architetti Luciano Mingotto e Cristina Vendrame, e dalla responsabile dell’Archivio del Duomo di Oderzo, Maria Teresa Tolotto. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto ha sottolineato come “palazzo Ferro Fini, la casa di tutti i veneti, ospita la presentazione di questo volume dedicato all’architettura e alla ‘forma urbis’ di Oderzo nel periodo veneziano. D’altra parte, è molto importante valorizzare la bellezza del nostro paesaggio e la ricchezza dell’arte e della cultura di cui è custode il nostro territorio, dando così concretezza a quanto previsto dall’articolo 9 della Costituzione Italiana e dalle Convenzione di Faro, sconosciuta ai più, ma sottoscritta dal Governo italiano, che dà della cultura una interpretazione dinamica e moderna. Proprio questo volume entra nello spirito della Convenzione di Faro e ci presenta Oderzo grazie alle sue architetture e ai documenti dell’Abbazia, custoditi e curati da Maria Teresa Tolotto”. “Oderzo – ha aggiunto il presidente del Consiglio veneto – è una città bellissima, che offre importanti stimoli grazie alle sue storie e vicende antiche, al suo essere testimone viva della storia. Mi auguro, quindi, che questo volume possa spingere molti veneti, e non solo, a ripercorrere le vie e strade di questa città, visitarne i musei e godere di un tessuto urbano carico di secoli ma giovanissimo nella sua vitalità”. Mons. Abbate Pierpaolo Bazzichetto ha manifestato “a nome della comunità cristiana di Oderzo, tutta la gratitudine e la soddisfazione per la pubblicazione di questo volume che approfondisce gli aspetti culturali e artistici della cittadina, finora sconosciuti o poco rinomati, grazie ad un importante lavoro di squadra, portato avanti con passione e competenza; in particolare, è stata condotta un’accurata ricerca documentale presso gli archivi parrocchiali che, assieme agli Archivi di Stato, permettono di preservare il fondamentale patrimonio culturale di un determinato popolo”. Il prof. Pio Giabardo ha sostenuto: “il libro ricostruisce i rapporti, sostanziali e storicamente fondati, tra Oderzo e Venezia, che rappresentano due poli, due storie, due tradizioni che si fondono per diventare una cosa sola. Nel seicento, l’allora vescovo di Oderzo San Magno, a causa delle invasioni barbariche, prese per mano la popolazione opitergina e la condusse al sicuro, prima presso le valli di Eraclea e quindi a Venezia. San Magno fondò ben sette chiese a Venezia. Pertanto, si può affermare, con riscontro storico, come gli opitergini contribuirono alla fondazione di Venezia. Poi, molti anni dopo, tra il 1300 e il 1700, la storia seguì l’itinerario opposto, con molte importanti famiglie veneziane (Contarini e Tomitano in primis) che si insediarono ad Oderzo, costruendo palazzi e tenute agricole”. Per l’arch. Cristina Vendrame “il libro è un dono che ho voluto fare alla mia città e a tutti gli appassionati di storia. L’opera nasce dalla volontà di valorizzare Oderzo dal punto di vista artistico e architettonico, recuperando un immenso patrimonio di affreschi, presenti non solo sulle facciate esterne dei palazzi opitergini, ma anche negli interni, che racconta sapientemente la civiltà delle ville prodotta, tra il 1300 e il 1750, dalla Repubblica veneziana. E’ stato condotto uno studio sistematico sulla stratigrafia dei palazzi cittadini, dato che Oderzo ha la peculiarità di ospitare culture differenti, di epoche diverse, che convivono tra loro e si armonizzano sapientemente. Questo volume presenta una visione inedita, in quanto vediamo una Venezia riflessa non nella laguna bensì nell’entroterra, con tutto il patrimonio culturale prodotto dalla Repubblica veneziana, non solo ad Oderzo, ma anche in tutte le altre città venete. Il libro rappresenta non un punto di arrivo, ma di partenza per coloro che vogliono continuare questa ricerca storica, condotta con metodo scientifico attraverso un riscontro sistematico delle fonti documentali”. L’arch. Luciano Mingotto ha messo in risalto come, “nel volume, c’è un quarto autore nascosto, ovvero la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del comune della Marca, che ha fornito il materiale documentale prodromico alla produzione delle diciannove schede su cui si articola il libro. Un’opera che rappresenta un omaggio alla venezianità di Oderzo e che può essere la base per continuare ad approfondire una enorme mole documentale. Personalmente, ho curato la parte introduttiva, presentando l’origine medievale di Oderzo, le rovine della città romana, la presenza di Venezia che ha informato di sé e della sua cultura la cittadina della Marca”.