Il Salone di VeronaFiere espone dal 5 al 7 maggio, grazie alla sua formula innovativa, le tante anime dell’auto che vanno dalla passione per le storiche all’emozione dei rally, con uno sguardo che abbraccia dall’epoca d’oro delle competizioni al futuro dell’auto elettrica. Nei 90 mila mq della Fiera si incontreranno: uno dei più grandi mercati dell’auto storica in Europa; una tra le più straordinarie gare ad inseguimento tra i campioni del Mondiale mai organizzate in un contesto fieristico; il focus sul futuro dell’auto elettrica attraverso due protagonisti del mercato come Tesla e Smart. La parola d’ordine è “integrazione” fra Heritage e contemporaneità, tradizione e innovazione, un principio che nel mondo del motorismo è ormai un dato di fatto. A condividere l’entusiasmo per questa inedita rassegna che per tre giorni animerà non solo l’area fieristica veronese, ma l’intera città, anche il Museo Nicolis di Villafranca, espone alcuni gioielli della sua collezione di auto storiche. Intanto, c’è stata una Conferenza Stampa di Legend Cars al tavolo relatori Maurizio Danese e Giovanni Mantovani, Presidente e Direttore Generale Veronafiere, Mario Carlo Baccaglini, Organizzatore Verona Legend Cars, Silvia Nicolis, Presidente Museo Nicolis, Miki Biasion, campione mondiale di rally e Riccardo Cuomo direttore Aci Verona. Dal Nicolis dunque vetture uniche tre Lancia sportive e da turismo, la Lancia Aurelia GT 2500 B20 del 1957, la sportiva da guidare in doppiopetto; la Flaminia 3C 2.8 Convertibile del 1960 con carrozzeria Superleggera Touring e la Beta 20hp del 1911 dotata di una carrozzeria “runabout” secondo una prassi consolidata dell’epoca. “Verona e il Veneto hanno una ricchissima tradizione legata all’auto d’epoca che si riflette in una grande vitalità degli appassionati e dei club” dice Silvia Nicolis, presidente del Museo Nicolis di Verona “dare valore a questo patrimonio non significa solo riscoprire le nostre radici – il primo motore a benzina venne realizzato a nell’agosto 1882 dal veronese Enrico Bernardi – ma investire attivamente nello sviluppo culturale e turistico dei nostri territori”. Queste le vetture del Nicolis alla fiera: Lancia Beta 20 HP, SGV 1911, costruita sul telaio lungo tipo B, fu venduta in America come autotelaio nudo, questa era una prassi consolidata all’epoca che consentiva anche di pagare dazi doganali minori. Oltreoceano fu dotata di una carrozzeria runabout (termine americano corrispondente al nostro spider) costruita dalla Carrozzeria SGV. Fra le particolarità più evidenti del modello da segnalare il doppio acceleratore (a pedale e a mano sul volante) e il grande serbatoio da circa 100 litri sistemato posteriormente. All’epoca in cui le stazioni di servizio erano ancora rare e la benzina la si acquistava in taniche in drogheria, era necessario disporre di una notevole autonomia di viaggio, infatti sul lato sinistro, quello dell’autista, si nota una “manichetta” in ottone che poteva contenere un’ ulteriore scorta di benzina. Attento alle novità e alle necessità del cliente, già nel 1909 Vincenzo Lancia dotava le sue vetture di una ruota di scorta completa e non di un semplice copertone come era in uso all’ epoca in Italia. Su questa vettura sono inoltre da notare i grossi fari in acetilene e il contachilometri meccanico sulla ruota anteriore destra, probabilmente montati in America. Poi, Lancia Aurelia GT 2500 B20, Pininfarina, 1957 (foto): è senza dubbio una delle gran turismo italiane più apprezzate e conosciute al mondo. Il motore 6 cilindri a V, derivava da quella della berlina B10 presentata nel 1950. La bellissima carrozzeria, che ha sicuramente influenzato il design di molte altre vetture sportive del periodo, era stata costruita dalla Pininfarina e rispettava il concetto Lancia di eleganza e discrezione, oltre ad essere di grande qualità, la B20 sportiva da guidare in doppio petto, ha avuto anche una vita agonistica lunga e ricca di successi, sia con versioni “competizione” e “speciali” preparate dalla Casa, sia con vetture di serie che i proprietari guidavano in corsa come nella vita di tutti i giorni. Da ricordare è l’esordio agonistico della B20 alla Mille Miglia del 1951: prima della classe fino a 2000cc e seconda assoluta dietro la Ferrari 4 litri di Gigi Villoresi. La vettura del Museo presenta una presa d’aria sul cofano che denota la presenza del kit di potenziamento Nardi, una elaborazione del motore e del cambio molto diffusa all’epoca fra i piloti privati. Terza vettura: Lancia Flaminia 3C 2.8, Touring convertibile, 1960 è l’erede dell’Aurelia, fu presentata nella sua forma definitiva al Salone di Ginevra del 1957. Ispirata alla Florida la nuova berlina rompeva con il tradizionale design Lancia degli anni Cinquanta e si collocava nel segmento più alto del mercato, quello delle auto di lusso. Al pari dell’Aurelia anche la Flaminia ebbe le sue versioni sportive, per le quali i vertici Lancia si affidarono ai maggiori carrozzieri italiani: il torinese Pininfarina per l’elegante coupé su telaio lungo, e i milanesi Zagato e Touring per i coupé sul più sportivo telaio corto. Al Salone di Ginevra del 1960 la Carrozzeria Touring presentò anche la Convertibile, elegante trasformazione aperta del coupé GT; la vettura del Museo monta l’ultima evoluzione del motore Flaminia per le versioni sportive, quella di 2775cc con 150cv. Anche la Flaminia Convertibile fu costruita con la tradizionale struttura “Superleggera” per la quale la Carrozzeria Touring era diventata famosa in tutto il mondo. Il museo Nicolis di Villafranca è uno dei più importanti Musei privati del mondo: custodisce 8 collezioni di pezzi rarissimi, spesso unici: circa 200 auto d’epoca, 110 biciclette, 100 moto, 500 macchine fotografiche, 100 strumenti musicali, 100 macchine per scrivere, piccoli velivoli, una rara collezione di circa 100 volanti di Formula 1 e centinaia di opere dell’ingegno umano.

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